Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Quel filo (Istanti rubati a #maggio2022)

    On: 3 Agosto 2022
    In: istanti rubati
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    Non so perché e non so se sia capitato solo a me, ma, da quando sono diventata madre, ho la sensazione si sentirmi più “figlia”. 

    Non è razionale, no. È come avvertire più teso quel filo che sempre tiene legato un figlio o una figlia a colei che lo ha generato. 

    Sento, di mia madre, più vicine le scelte, le paure, le emozioni. La solitudine. Sento la sua voce dentro la mia. Quella che urla di riordinare la stanza, quella che elenca le cose da fare. Quella della sera, che dice Ci sono io, con te. Sempre.

    Eliandro, a scuola, ha fatto un compito: doveva elencare le frasi che ripeto di più. Mi ha sorpreso, ma mica troppo, realizzare che sono per la gran parte quelle che tu dicevi a me.
    Una matrioska di voci, mamma. 
    Una matrioska di cuori.

    Ci sono io, con te. Sempre. 

    Me lo ripetevi spesso e io, a mia volta, lo ripeto ai bambini.
    E mentre lo dici lo senti tutto, il peso di quelle parole. 

    Perché quel Sempre è una promessa che pare impossibile e invece no: invece è l’unica capace di travalicare il tempo e lo spazio.

    Ciao, ma’. 
    Auguri a noi

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  • Doppiofondo (Istanti rubati ad #aprile2022)

    On: 12 Maggio 2022
    In: istanti rubati
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    Ci deve essere un doppiofondo del dolore. Un posto dove infilarlo perché non ingombri.
    Altrimenti sarebbe impossibile, in giorni come questi, ascoltare le notizie e poi continuare, come niente fosse. Mi rendo conto che, per la maggior parte del tempo, non le immagino DAVVERO le cose che succedono (e sì che le foto e i video aiutano). Le vedo piccole, lontane. Creature mute sul fondo del lago. Tolgo l’audio perché non mi tolgano il fiato.
    Poi, in certi momenti, esplodono. A volte lo fanno in modo subdolo, senza che io capisca subito che si tratta di loro – quelle facce, quei corpi, quelle voci senza voce compressi lì sotto.
    Ma per lo più le tengo a una distanza emotiva che mi permetta di fare tutto come sempre. Così posso leggere un giornale e poi, persino, fare colazione.
    Sperando che il doppiofondo tenga, che il dolore non dilaghi e se ne resti il più possibile seduto lì, buono e zitto dove l’ho messo.

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  • Primavera (Istanti rubati a #marzo2022)

    On: 21 Aprile 2022
    In: istanti rubati, quasi poesia
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    Primavera, quest’anno, sembra tardare.
    Forse si chiede che ci viene a fare:
    tutto questo lavoro immaneper aprire bulbi, semi, tane
    allargare cieli
    far volare rondine e airone
    rinverdire prati- se poi alla fine non cambia mai niente:
    se stagione dopo stagione
    restano sigillati
    gli occhi della gente.

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  • Inverno è una terra (Istanti rubati a #dicembre2021)

    On: 9 Marzo 2022
    In: istanti rubati, quasi poesia
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    È una terra misteriosa, l’inverno.
    Si svela la geografia segreta di luoghi che credevi di conoscere. Tutto è intimo, raccolto.
    Per quanto ci guardi, per quanto ogni cosa appaia nuda ed evidente, ti accorgi che c’è un altro strato. Una dimensione a cui -ancora- non hai accesso.
    Inverno è un paesaggio che sta dietro gli occhi, un cannocchiale puntato al cuore.

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  • Un regalo bellissimo (Istanti rubati a #novembre2021)

    On: 16 Dicembre 2021
    In: istanti rubati, la mia vita e io, lettera
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    Ho ricevuto un regalo bellissimo.
    Inatteso e bellissimo.
    Mi avrete già sentito parlare di Obra, e della Vallarsa, in Trentino.(Immagino la risposta degli amici: Pure troppo!) Chi mi conosce da un po’, che ci sia stato o no, può dire di conoscerla come le proprie tasche. Chi ha letto qualcuno dei miei libri, l’ha trovata tra le pagine.
    Sono i luoghi che mi abitano, i luoghi senza i quali non somiglierei lontanamente a quello che sono.Sono i luoghi in cui è nata la mia mamma, i miei nonni; da cui viene metà della mia famiglia.
    Ecco, ieri, durante una cerimonia ufficiale, ho ricevuto la cittadinanza onoraria.”Quale riconoscimento per aver promosso con i suoi romanzi la conoscenza, la bellezza, la storia, la cultura della Vallarsa e della sua Comunità e per amarla profondamente. Mi hanno detto che sono la prima donna ad averla ricevuta.
    Ieri mattina sono salita a Obra con Federico e i bambini. C’era un sole che è stato un regalo nel regalo, i monti accesi da una luce quasi primaverile, ma più bella, perchè siamo in novembre, e nessuno se l’aspetta, in novembre, una luce così. Ho riabbracciato amici, camminato i miei sentieri. La nostra casa, il bosco, il camposanto. Ho pensato che non so se me lo merito, questo riconoscimento. Ma che mi riempie il cuore di gratitudine.
    Ho pensato che la mia mamma voleva dirmi qualcosa. E che di sicuro, da lì dov’è adesso -da qui dov’è adesso- mi guarda. E sorride.

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  • Scala reale (Istanti rubati a #ottobre2021)

    On: 1 Dicembre 2021
    In: istanti rubati, lettera
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    Il mio poker d’assi sono foglie in autunno, una guida sul comodino -un posto mai visto-, la stufa accesa in cucina quando torno, la sera. Il mio poker d’assi è uno spritz con gli amici dopo un giorno di lavoro, la mezz’ora di yoga, un libro da cominciare, una valigia da preparare.
    La mia scala reale sei tu che torni da scuola, lo zaino più grande di te, e ancora, nel viale di casa, camminando piano, lasci che ti prenda per mano.

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  • E tu ci porti a vendemmiare (Istanti rubati a settembre2021)

    On: 3 Novembre 2021
    In: istanti rubati
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    Settembre, prima di andare, raccoglie foglie ramate, le finestre spalancate fino a sera, i convegni degli uccelli nel cielo sbiadito, le sue promesse di marinaio impunito.
    Settembre ciao, tu e le tue dita macchiate di vino, le mille imprese millantate e gli entusiasmi da bambino.
    Settembre ciao, mani macchiate di verderame, tu e la tua voglia di scherzare: ti chiediamo il vino e tu ci porti a vendemmiare.

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  • InnamoGrato e una chitarra (Istanti rubati a maggio2021)

    On: 23 Giugno 2021
    In: istanti rubati
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    17 maggio
    Ieri era una sera fredda, una sera di maggembre. Abbiamo cenato fuori, io a tavola con la giacca a vento.
    C’era una luce incredibile -un cielo lucido come un piattino leccato a dovere da un gatto, la luna un’unghia appesa in alto.I campi erano pieni di papaveri dritti e rossi – Eliandro, passandoci veloce accanto con l’auto, aveva pensato fossero rose. Mamma, guarda che belle rose!
    Faceva freddo, l’ho già detto, ma in quest’ultimo periodo il freddo l’ho patito, e non solo per questa primavera che somiglia a un marzo irragionevole e dilatato. Sono stati giorni da tirare su il collo del giaccone, ripararsi dal mondo.
    Tornando, in auto abbiamo acceso il riscaldamento. Noi quattro insieme, il tepore.Lemuele ha detto: Mamma, papà, ma allora oggi è il vostro anniversario?E Federico ha detto: Sì, è il nostro anniversario. E io non solo sono innamorato di vostra madre. Sono innamoGrato. Perchè a volte una lettera può fare la differenza.
    Arriverà l’estate, arriverà. Per adesso teniamoci stretti, teniamoci i papaveri rossi nella luce della sera e tutte le cose piccolissime (anche solo una lettera) che sanno fare la differenza.Ieri ho imparato una parola nuova, ed è bellissima.

    20 maggio
    I miei figli, mesi fa, ci hanno chiesto il telefono per la Comunione – ci hanno provato, la risposta la conoscevano già. Gli abbiamo preso una chitarra. Una chitarra piccola per le loro piccole mani.
    Li guardo e penso a quando la suonavo io, penso a come la suonavo male. Dita troppo corte, nessun senso del ritmo. Polpastrelli senza forza, incespicavo ogni volta nei barré. Mi metteva angoscia il picchiettio monotono e imperativo del metronomo, perché dettava un tempo che non prendevo mai.
    Chissà se loro riusciranno, mi chiedo mentre pizzicano ridendo le corde. Chissà se gli piacerà. Chissà se suoneranno qualcuna delle canzoni che ascoltavo, e che adesso ascoltiamo insieme.Chissà loro che sbagli faranno e se continueranno ad amarmi, quando vedranno coi miei occhi i loro errori.
    Stireranno le dita in un Fa maggiore, io mi stirerò per farmi ponte tra loro bambini e loro uomini, tra la loro azzurra infanzia e la mia vecchiaia, annaspando per restare a tempo – anche se oggi son sicura di aver ragione io, e mica il metronomo: è inesatto il tempo, è una fiamma dove brillano insieme prima e dopo e adesso.
    Poichè sono frecce i figli e archi i genitori, so che dovrò stirarmi per farmi corda, ma non mi verrà come dovrebbe, perché non sarò mai, mai libera dalla paura di mandarli troppo lontani da me.

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  • La matrioska dei mondi (Istanti rubati a #febbraio2021)

    On: 22 Marzo 2021
    In: istanti rubati
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    Il modo in cui più spesso vi immagino, quando vi immagino, è in un andare per boschi, affiancati.

    Carezzate distrattamente foglie e rami sul sentiero, maneggiate bastoni ritorti, seguite le tracce del cinghiale e della volpe nel fango. Vi fermate in ascolto del verso di un corvo – Zitto, hai sentito? E intanto parlate tra voi, parlate, parlate, sulle vostre teste nuvolette di parole si fanno solidi mondi e galassie. Mi sembra di vederli costruirsi a ogni passo: pterodattili in volo, lupi nel gelo d’Alaska, i voi due di domani, l’addestramento di falchi, spade magiche e portali, Goku, la vostra astronave, la moto, gli Assiri, la neve.

    E tutto si mescola alla galaverna e alle prime gemme, alle vostre mani fredde, alle figurine nelle tasche, all’odore buono di pacciame, agli scherzi, alla luce che filtra tra i rami, tra i vostri capelli. Quando vi immagino, vi immagino andare per boschi, coraggjosi e visionari esploratori della matrioska dei mondi.

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  • Quando siamo arrivati? (Istanti rubati a #novembre2020)

    On: 4 Gennaio 2021
    In: istanti rubati, la mia vita e io
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    Nell’attesa di un nuovo Dpcm portatore di lockdown e dei risultati delle presidenziali americane, nelle ultime ore ho dovuto formalizzare la rinuncia a un viaggio in camper ottimisticamente pianificato alla fine dell’estate. E chissene, direte, e con ragione. Io lo so che non significa nulla, di fronte allo sfacelo che ci circonda. Lo so bene. Ma oggi lo stesso brucia un po’. Brucia perché è il cappello di una inquietudine più profonda che ha che fare con questa nuova indefinita palude temporale durante la quale il mondo sarà lontano, altro da me, irraggiungibile.
    Tutto quel mondo con tutte quelle strade voci case incontri luci. E saranno lontane moltissime delle persone che amo. Sarà impensabile, a un certo punto del mattino, dire Ma guarda che bel sole, e uscire per un giornale e un caffè e due parole con qualcuno incontrato per caso. Non ci si può far nulla, solo trovare altri modi per mettere a frutto quello che c’è. Un modo per starci, in questo pantano, e attraversarlo. Con prudenza, con amore.
    Non cedendo ai richiami dei professionisti del terrore né a quelli dei ciarlatani spacciatori di paccottiglia. Cercando di non farci annientare dall’ansia. Continuando a nutrire come possiamo la parte di noi che si alimenta di progetti e di sogni – una guida per un nuovo viaggio, un biglietto del treno che porta al mare, una notte in rifugio ad ascoltare le chiacchiere dei ghiacciai. Il nostro camper che cammina sulla strada grigia, mentre una musica bella viene dalla radio e i bambini di continuo ci chiedono: Quando siamo arrivati? Quando siamo arrivati?
    (Quando siamo arrivati?)


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