Bisognerebbe baciarsi a Maelbeek,
sbucati su dalla metropolitana,
gli occhi stupiti di una Alice
che invece di imbucarsi
sale in superficie.
Al Bataclan si dovrebbe andare di sabato sera
con gli amici la birra le ragazze
a sentire suonare, ad aver voglia di strapparsi la maglietta
per l’assolo alla chitarra
e stapparsi un’altra birra
e stapparsi un’altra birra
che domani è festa e non serve avere fretta.
Bisognava camminare per le strade profumate di Damasco
quando il cielo tutto intero stava su,
in appoggio sulle cupole della Moschea di Solimano,
tra i minareti dove cantano i Muezzin,
dovevamo camminare mano nella mano.
A Lesbos si dovrebbe portare i bambini a prendere il sole
a comprare il gelato tra le strade chiare
e affittare il gommone per fare un giro a mare,
le braccia oltre il bordo ad assaggiare il sale.
Dovremmo baciarci dappertutto: allo Zaventem
con la valigia in mano,
tra spezie e stoffe ad Aleppo dentro i suq,
ballando il sirtaki a Idomeni
come Zorba in equilibrio col ginocchio su.
E sulla Rive Gauche, usciti da una quadro alla Doisneau,
sotto la pioggia e senza ombrello a far gli scemi,
urlando Rimaniamo ancora, restiamo ancora un po’.
Dovremmo baciarci dappertutto
perché il cuore ha un motivo solo per saltare in aria dilaniato
e quel motivo
è un bacio innamorato.
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