Vorrei discutere approfonditamente l’argomento “bambini che non dormono di notte”. Se non stessi per addormentarmi. Mi accontenterò di un breve post scaramantico. Mi spiego: avevo scritto un po’ di tempo fa che Eliandro dorme quasi tutta la notte filata. Avevo aggiunto che non avrei dovuto dirlo, per non portarmi rogna da sola. E benché io abbia accompagnato tale affermazione con un gesto apotropaico, non è servito e la Sfiga dei Nemici di Morfeo si è abbattuta su di me.
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Quando notte fa rima con lotte (post scaramantico)
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All’origine delle parole
Osservare un bambino che impara a parlare è stupefacente. L’impegno che ci mette nel cercare nella testolina proprio quella parola, il desiderio di farsi capire, il mettere insieme suoni e significati con tutta la fatica che traspare dagli occhioni concentrati: è la loro piccola grande impresa, il tributo da pagare per essere ammessi nelle conversazioni dei grandi.
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Quando la terra trema, il cuore di più
Chi mi conosce lo sa, non sono mai riuscita a schiacciare nemmeno un insetto (zanzare a parte, la categoria non me ne voglia). Anche perché da piccola mi capitava spesso di fantasticare sulle più –apparentemente- insulse bestiole. Sulle colonie di formiche, per esempio. Mi immaginavo questi gruppi industriosi e indaffarati venire sconvolti ogni volta da una mossa umana o di qualche animale appena più grande. Me le vedevo disperate e affrante, con il loro lavoro distrutto, incapaci di comprendere cosa stesse accadendo. Me le immaginavo correre a destra e sinistra, sconvolte dalla catastrofe, causata magari dal nostro semplice passaggio con una bicicletta.
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Paese che vai, colore che trovi
Vivo in un bel posto, sono a casa in maternità e posso stare coi miei bimbi, ho una bella famiglia e le mie giornate sono faticose ma appaganti, che in fondo anche l’imprevisto ha il suo perché. C’è una sola cosa che mi manca come l’aria che respiro: viaggiare.
Non nel senso di una vacanza o roba così. No, proprio vorrei mettermi uno zaino sule spalle, comprare una buona guida e poi consumarmi le scarpe e gli occhi a forza di vedere cose nuove.Mi manca così tanto, esplorare, che sento come una nostalgia nascosta, che pungola e pizzica ogni giorno un po’.
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Così accettare l’invito di Viaggi e Baci e scegliere qualche foto di viaggi fatti mi è sembrato un buon pretesto per tuffarmi con la memoria in quei panorami rubati al tempo con un click. -
Solo per dire grazie alla Vita
Ieri è stata una giornata di festa. C’è stato il Battesimo di Eliandro nella nostra bella chiesetta di campagna, e il sole, se proprio non è stato un sole sfacciato, ci ha riscaldato il pomeriggio fin quasi alla fine dei festeggiamenti.
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Chissà se Eliandro domani sceglierà un’altra strada, magari diventerà buddista, agnostico o induista. Non importa la religione che sceglierà o non sceglierà, non importa quale Dio deciderà di accogliere. Ciò che mi auguro è che i miei figli alimentino sempre la propria radice spirituale che gli permetterà di restare in contatto con la parte più profonda di sé e di apprezzare tutte le meraviglie che avranno intorno. -
Lo zen e l’arte della manutenzione del neonato 2
Dicevamo di usi e mode in materia di gestione del neonato, che cambiano più veloci del prezzo della benzina. Per raccontarne una. Quando ho partorito Lemuele, ed era solo fine 2010, era in voga la doppia pesata. Tredici mesi dopo, nello stesso ospedale, stesso reparto, con la stessa équipe medica, quando ho chiesto se avessi dovuto pesare il pupo prima e dopo ogni pasto, mi hanno guardata come fossi una disadatta psicolabile. Meglio così, per carità. Ma un anno prima non ero stata certo io ad autoinfliggermi la tortura di alzarmi trecento volte per notte per sottopormi a occhi semi-chiusi al rito della bilancia.
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Lo zen e l’arte della manutenzione del neonato 1
Ho fatto due pupi e ancora credo di non aver capito come ci si occupa di un neonato. O meglio, dal bersagliamento di consigli (spesso non richiesti), suggerimenti e ammonimenti che più o meno tutti si sentono in dovere di offrirti –dall’esperto in tv, al signor tuttologo, al lattaio che da bambino ha allevato due criceti- io ho ricavato una ricetta personalissima e lacunosa.
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Post per un podio
Questa domenica non lasciava presagire nulla di buono. Nel senso che c’era questa garetta di ragazzini a cavallo da andare a vedere, che è anche una cosa divertente in genere. Ma non se ci vai con due piccolini troppo stanchi a causa di un week-end più impegnativo del solito. Non se mentre sei in auto diretto al maneggio che organizza la manifestazione il cielo di apre e mantiene tutte le promesse metereologiche (sempre così, quando speri che non ci azzecchi): e piove. Ma piove davvero, goccioloni proprio, mica quell’acquetta primaverile che di tanto in tanto spruzza appena i prati.
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Social Family Day for dummies
Social Family Day, organizzato da MammacheBlog: l’ho scoperto un paio di settimane fa, per caso, navigando qua e là. E mi sono detta: sarebbe bello, buttarci un occhio. Solo che di due nanetti almeno uno lo dovrei portare con me. Non fosse altro perché lo allatto al seno e fare tutta una giornata senza di lui non è possibile, soprattutto perché non è pratico partecipare a una giornata di incontri e tavole rotonde con il tiralatte in borsetta. No, no, la trasferta sarebbe davvero troppo impegnativa, considerato anche che con la mia (dis)abilità spaziale e logistica trovare un luogo nella caotica Milano con pupo urlante di sottofondo al posto dell’autoradio diventa un’impresa titanica. Rinuncio, con dispiacere.
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Poi però. Parlando con un’amica viene fuori che lei ci va sicuro. E allora sai che ti dico, amica mia? Che hai vinto una mamma blogger al seguito e con lattante a carico. Vedrai che bella avventura!