Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

E divento vento

On: 1 Dicembre 2014
In: sproloqui
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mare

 

Notti di vento al mare.
Che non puoi dormire perché lo senti che s’infila dappertutto. Urla come se dovesse dire l’ultima battuta, e l’ultima per sempre, e ti aspetti di alzarti al mattino e trovare nient’altro che l’alba del mondo. Intatta e tiepida come ogni prima-volta.

 

S’infila tra i palazzoni costruiti sulla riviera ligure come sentinelle all’erta, con dentro famiglie che si sbirciano attraverso le finestre, alveari geometrici di vacanzieri in prendisole. Lui sfarfalla, sfrigola, sfilaccia. S’infila gonfiando le tende sui balconi mentre donne veloci s’affrettano a ritirare asciugamani e costumi stazzonati come bandiere.

S’intrufola tra i vicoli stretti di palazzi vecchi, a ribadire urlando, una volta per tutte, che questo è suo, gli appartiene, allo stesso modo della spiaggia calpestata dall’onda.
Lo vedo che piega i vecchi per la strada e si lancia scalpitando tra le pinete odorose d’agosto, s’appende a tutti i rami e fa tremare le foglie e grida più forte per essersi punto con gli aghi di pino.

 

Certe notti il vento al mare mi fa vuoto dentro e richiama altro vento: quello che da ragazza mi teneva sveglia. E allora, poco più che quindicenne, me ne andavo di notte al molo, la musica nelle orecchie.
Poi, seduta sugli scogli, la felpa gonfia d’aria e l’equilibrio concentrato del tuffatore, alzavo un po’ il volume. Per non essere sopraffatta dalla grandezza presuntuosa del mare e dalla burrascosa indifferenza del vento.

 

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