Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Una madre lo sa. Anche quando non lo può dire

On: 18 Gennaio 2013
In: ospiti
Views: 10482
 1

mamma e bambinoCome quando i bambini per tornare dentro la mamma s’infilano, non potendo entrare altrove, nelle loro scarpe coi tacchi.

Le donne e le madri raccontate da Concita de Gregorio sono ognuna diversa, ognuna fatta a suo modo, senza possibilità di etichette o facili categorizzazioni.
Sono racconti brevi quelli che si trovano in “Una madre lo sa. Tutte le ombre dell’amore perfetto” e di ognuno si potrebbe parlare per ore.
Perché ci sono le parole e poi quello che ci sta dietro, una valigia piena di pensieri dietro ogni virgola, un container di riflessioni in ogni spazio tra due paragrafi.
Perché non esistono sentimenti giusti, né amori senza sfumature. Ci sono persone che collezionano errori, che siano madri o figli o mariti.
Anche se fa paura dirlo, l’amore senza ombre è quello per chi non c’è.

L’amore perfetto è nell’assenza. Ciascuno lo sa: nell’assenza e nell’attesa. Un amore solo pensato, desiderato, invocato, rimpianto. Sognato ogni notte e intatto a ogni risveglio. illanguidito dalla mancanza fisica, mai sporcato da una frase, da un gesto, da un’ombra di realtà. Un amore brillante, remoto, assoluto. L’amore per chi non c’è. Incorruttibile. Anche l’amore materno è così, tutti gli amori lo sono. L’amore perfetto è un lutto. [105]

E poi c’è la forza dirompente della vita. La racconta un’ostetrica, lei che è sempre stata lì dove i miracoli succedono. Ogni giorno. Molte volte al giorno.
Lì dove la vita arriva, in quel luogo pieno di mistero indescrivibile che è la sala parto, quel luogo che io, dopo averlo vissuto una volta, poi due, non riesco più a farlo uscire dalla mia testa.
Perché Concita lo sa, e l’ostetrica pure, che partorire è un po’ morire. Lo sanno tutte le madri del mondo. Una parte di te deve andarsene per lasciar posto al futuro che per la prima volta, stretto tra le tutte braccia, guaisce fuori la paura . In quel momento là, che ti si strofinerà tra i pensieri per tutto il resto della tua vita.

Le madri lo sanno, come sanno che i figli non sono tutti uguali.

Non è vero che i figli sono tutti uguali, è una menzogna perpetuata dalla secolare litania della “gente perbene”, una bugia che ogni genitore conosce che reprime e occulta insieme al senso di colpa di saperla. O figli sono diversi, ciascuno di loro lo è. Ci sono figli che alleggeriscono la vita, figli che la appesantiscono.

Ecco che qualcuno lo dice finalmente. Perché io mi sentivo così orribilmente inadatta quando, incinta, temevo che non avrei saputo amare abbastanza mio figlio. Lo carezzavo attraverso la pelle che chi divideva e ci univa, gli raccontavo la mia giornata, gli sussurravo segreti.
Ma anche gli confessavo la mia paura: se non mi piacerai? Se ti troverò antipatico? Se ti vorrò mandare lontano?
Perdonami, gli dicevo piano, ma questa è la tua mamma, tanto vale che tu la conosca per quello che è. E poi a che serve mentire a chi è i  tuoi occhi e le tue orecchie?

Avevo paura e a volte ne ho ancora. Adoro i miei figli, ma adesso è facile. Adesso sono belli, graziosi, morbide pagnotte profumate.
Ma diventeranno uomini, diversi da me e dalle persone a cui ho imparato a voler bene.
Mi basterà essergli madre per amarli? Sempre e comunque, a dispetto di tutto? A prescindere da ogni scelta che non condividerò, da ogni loro passo che non saprò sostenere? Chissà. La risposta è tra le ombre dell’amore (im)perfetto.

Il jolly è: Bisogna tornare piccoli per diventare grandi. Ricominciare dalle favole, sul serio.

Share
Tags: , , , , , , ,
Previous post:
Next Post:

9 Responses to Una madre lo sa. Anche quando non lo può dire

  1. Francesca Hall ha detto:

    Grazie per non avermi fatta sentire sola,con i pensieri inconfessabili,che spesso si affacciano alla mia mente.Perché questo argomento e tabù e la gente quando lo accenni,ti guarda inorridita

    • Fioly ha detto:

      hai perfettamente ragione ma il problema è proprio questo: non se ne parla. già è difficile, appena si diventa madri, riucire a codificare i propri pensieri… ancora più complicato è esprimerli quando non sono esattamente quelli che il resto del mondo si aspetta.
      ma non bisogna che vincano i tabù, mai: è una sconfitta per tutti.
      grazie a te per essere passata di qua

  2. Stefania ha detto:

    Tematica molto importante e delicata… Così come delicata è la tua scrittura, tanto quanto profonde le tue riflessioni… Io non amo i libri strutturati in racconti ma in questo caso mi sento adeguatamente incuriosita per poter fare un’eccezione….

    • Fioly ha detto:

      grazie Stefania. anche io in genere passo , davanti a una raccolta di racconti, a meno che non abbia un debole per l’autore. sono felice d aver fatto un’eccezione anche io.
      a presto

  3. Danila ha detto:

    ..non ho letto questo libro e confesso che non sò se riuscirei a farlo!
    ci sono sensazioni che mi spaventano..solo all’idea!!

    quando ero incinta,davo la maggior parte delle responsabilità dei miei cattivi pensieri agli ormoni..da quando incinta non lo sono più, le attenuanti, sono i soliti-classici fattori esterni(lavoro,conoscenti,crisi socioeconomica etc..)
    quelle rare volte [per mancanza di tempo,ma anche di coraggio.]che riesco a guardare in faccia i miei pensieri, mi rendo conto del fatto che la realtà è ben diversa. il vuoto e la rabbia che sentivo e sento,non sono colmabili.in nessun modo. il legame che unisce madre e figlio è qualcosa di indissolubile. possono esserci incomprensioni, incompatibilità,incongruenze ma il periodo di gestazione e poi il travaglio ed il parto creano nodi eterni[non per una questione di sangue,ma perchè i due cuori e i due cervelli hanno vissuto in simbiosi e percepito tutto ciascuno dell’altro].
    sono andata fuori tema? sigh!!

    • Fioly ha detto:

      no, hai affrontato IL tema, quello che noi due conosciamo così bene.
      non posso aggiungere niente, solo darti ragione.
      e augurarCI di trovare un altro modo per stare vicine alle nostre madri, che ci appaghi QUASI quanto la loro reale presenza. che quel legame simbiotico possa superare il tempo e lo spazio e appartenerci per sempre.
      ti abbracio

  4. Marzia ha detto:

    Ho letto questo libro in un momento molto buio e ci ho ritrovato tutte le mie solitudini e i miei sensi di colpa.
    Perchè io sono una di quelle madri che non l’ha amato a prima vista suo figlio, che l’ha dovuto cercare quell’amore e quella accettazione che immagini dover provare “a pelle”. Mio figlio non è facile da amare, non lo è mai stato e io ho iniziato veramente solo quando ho ammesso di non poterne più, di essere sfinita.
    Poi il viaggio riprende, ma solo dopo aver gettato la zavorra dei sensi di colpa. E questo libro aiuta davvero.
    Grazie per avermelo fatto ricordare.

    • Fioly ha detto:

      credo che molte madri si ritrovino nelle difficoltà di cui parla l’autrice. anche con bambini “semplici”, la gioia e l’amore sono accompagnati da sensazioni contrastanti, pieni di sfumature a cui è quasi impossibile trovare un nome. anche se la gioia prevale, non è detto che tutto il resto non esista, magari più silenzioso e difficile da comprendere.
      non credo esista mamma che prima o dopo non debba far i conti coi sensi di colpa. l’importante è smascherarli e capirli, tutto il resto viene e verrà da sè. almeno è quello che spero.
      grazie di cuore per esserti raccontata qui, un abbraccio

Rispondi a Stefania Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Share
UA-31736997-1