Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Obrigado Portugal

lisbona

portogallo 20154 viaggiatori (22 anni l’età media), 1 volo e circa 2300 chilometri percorsi in auto, 8 diversi alloggi, 1 compleanno festeggiato durante, 3 libri appresso*: alcuni numeri del nostro giro in Portogallo di novembre.
Giorni on the road graziati del clima, alla scoperta di un Paese che va viaggiato a passi brevi. Perché la sua bellezza è negli incavi di pietra dietro un cortile, nelle pareti di azulejos, nei filari autunnali che accendono i fianchi molli delle colline.

portogallo 2015lisbonaportogallo 2015portogallo 2015portogallo 2015Gli ho voluto bene per le carezze sulla testa che i miei figli hanno preso a valanghe, da perfetti sconosciuti; per il proflo risoluto dei litorali inginocchiati contro la rabbia dell’Oceano che gli urla addosso.
Per il castello che una custode ha aperto solamente per noi, per far salire i bambini sulla torre di vedetta a vedere la luce aranciata che s’appoggia ai muri di Trancoso. Per l’odore di baccalà e caffè, per la saudade che ti invita a ballare un fado e ti fa volteggiare in un tempo sospeso, in un tempo di nessuno, sul palco legnoso della tua solitudine.
Per l’incontro con la mia cuginetta e il suo fidanzato, che non vedevo da anni 4, e che ci ha raggiunti al Miradouro de Santa Luzia, a suo agio perfetto nella nuova vita lisbonese. Per le cose riviste a distanza di anni, frammenti da ripescare uno a uno sul fondale melmoso della memoria.

taviramonsantoportogallo 2015portogallo 2015sagresportogallo 2015portogallo 2015Vorrei parole per raccontare di due giapponesi conosciute alla Braganca che si sono incontrate a Parigi nei giorni del fuoco, del proprietario di una vineria sul Douro che ha disegnato per noi la storia del vino mischiato col brandy.
Dell’autista del 28 che si è sporto per le vie dell’Alfama per salutarci dal finestrino; della padrona grassa di una bettola tappezzata a specchi e vetrine che passava ancheggiando tra i tavoli e con voce vischiosa gridava i piatti al cuoco; di quando ha regalato un tubo di m&m’s ai miei figli, e dopo che per sbaglio lo hanno rovesciato sul pavimento viscido di lische e squamaglie, gliene ha regalato un altro. Persino dell’uomo magro tutto spigoli e foulard annodato all’ugola che guardava i bambini con orrore, nel suo locale tutto ninnoli d’antiquario e paccottiglia.
Poi, come ogni volta che viaggio, mi ha preso lo stupore ingenuo e egocentrico dei bambini e mi sono domandata se tutti questi posti, tutta questa gente, questo via vai per le strade, il silenzio di certi luoghi solitari, le rotte di alcuni uccelli, i barbaglii dentro certi sguardi, l’inamovibilità dei tronchi larghi, le cadenze dei dialetti, l’onniscienza immemoriale delle pietre.
Se tutto questo e tutto il resto, mi sono chiesta: continua a esistere quando ce ne andiamo? C’era prima che arrivassimo? O qualcuno monta e smonta fondali di cartongesso e arruola comparse dove prima troneggiava il nulla?

Ogni volta credo di sapere le risposte e ogni volta che le penso mi paiono sbagliate, inesatte, un conto che non torna.
Questa abbondanza, a cui non saprò attingere, e che tuttavia esiste, è un risultato che non comprendo per troppa smisurata e generosa grandezza.

Il jolly è: obrigado, Portugal

*libri appresso = immancabile Lonely Planet Portogallo, Opera sull’acqua di Erri de Luca (poesie), Spiegazioni degli uccelli di Antonio Lobo Antunes (scoperto da poco: se vi fidate, non perdetevelo per nulla al mondo)

portogallo 2015
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