21 Marzo 2015
TERRA – Marocco
Chilometri di terra. Dopo chilometri di terra. Dopo chilometri di terra.
Terra declinata in sabbia, in fango, in melma, in case, in argilla, in sassi.
Terra declinata in terra.
Riarsa dal sole e raggrinzita come la pelle di un vecchio contadino, come le mani legnose di un artigiano di mille anni.
Terra che non ha nome in questo luogo di nessuno che non trova posto in nessuna mappa, che si stende al confine del nulla nel deserto marocchino.
Solo di tanto in tanto, un miraggio di cammelli all’orizzonte, poi una macchia di colore: terra declinata in ceramica. Colorata come un carnevale. Fatta dalle mani sagge di artigiani che, sicuro, sono qui da sempre.
È bella questa fetta di mondo. Fatta di terra da calpestare a piedi nudi.
FUOCO – Turchia
Fuoco eterno della Chimera, tornerei qui solo per il nome. E per questo fuoco che sembra nascere da un mistero, che trema al vento ma non si spegne, che avvampa e balla solitario nelle lunghe notti turche, che parla alla luna nella loro lingua di luci.
Con una magia lo chiamo a me, con mani di strega gli chiedo di danzare al ritmo dei miei pensieri, di sciogliere le nostalgie in nastri colorati da appendere a rami frondosi, di cambiare in caffè turco e raki il sangue del mostro dalla testa di leone e la coda di serpente.
Con una magia lui mi insegna il senso di un tempo eterno.
ACQUA, ARIA – Grecia
Seduta sul profilo di rovine antiche –mare e pietre- a immaginare un passato troppo passato da immaginare. Di navi e di pirati, di occhi bendati e gambe di legno. Affiorano stralci di (vecchie) storie, con dentro cavalli di troia che parlano non di informatici virus ma di gesta di un tale –Nessuno di nome ed Eroe di fatto– e del suo lungo peregrinare.
Io da qui guardo lontano e seguo le sue rotte immaginarie, in mezzo a queste acque che lo hanno fatto scivolare intrepido. Mi vedo sulla scia delle sue peregrinazioni, cercando Casa e la Vita, tra Lestrigoni e Ciclopi. Ma il canto delle sirene che mi suona accanto è la suoneria di un cellulare.
Ricordo d’un tratto che la mia Itaca è soltanto a un paio d’ore di volo da qui.
Per questi ricordi di viaggio devo dire grazie a Viaggi e Baci, I viaggi dei Rospi e The Family Company