Vorrei che il primo si chiamasse Tempo.
Quello che sgocciola piano, senza fretta, dalle mani rugose del mondo.
Il tempo senza lancette dei bimbi, che non teme mai il dopo.
Il tempo senza peso del sogno, che non ha obblighi con i numeri e la progressione.
Quello che sgocciola piano, senza fretta, dalle mani rugose del mondo.
Il tempo senza lancette dei bimbi, che non teme mai il dopo.
Il tempo senza peso del sogno, che non ha obblighi con i numeri e la progressione.
Vorrei che il secondo si chiamasse Voglia, ché quella, se manca, sbiadisce il senso e incancrenisce lo sguardo.
Voglia di un giorno al mare, del riso aperto di un figlio.
Di fare l’amore -come libellule, allacciate e sospese- di andare, tornare.
Partire, restare.
E’ Voglia anche la voglia di aspettare: un risultato, una lettera, il giorno.
O che spiova, soltanto.
Voglia di un giorno al mare, del riso aperto di un figlio.
Di fare l’amore -come libellule, allacciate e sospese- di andare, tornare.
Partire, restare.
E’ Voglia anche la voglia di aspettare: un risultato, una lettera, il giorno.
O che spiova, soltanto.
Il terzo, vorrei che fosse Tenacia.
La tenacia innata della zolla che sa il suo posto, anche rivolta dalla marcia armata dell’aratro.
La tenacia inconsapevole del bruco che rinasce farfalla.
E vola.
La tenacia che-non-si-scalfisce dell’alpinista.
Che rompe i ghiacci, prova le ossa e piange fatica. Ma arriva in cima, e poi sopra.
Arriva al segno, alla croce.
E a una croce nuova.
Tags: auguri, buona pasqua, desideri, elisabeth bürstenbinder, jolly, rinascita, tempo, tenacia, uova colorate, voglia
La tenacia innata della zolla che sa il suo posto, anche rivolta dalla marcia armata dell’aratro.
La tenacia inconsapevole del bruco che rinasce farfalla.
E vola.
La tenacia che-non-si-scalfisce dell’alpinista.
Che rompe i ghiacci, prova le ossa e piange fatica. Ma arriva in cima, e poi sopra.
Arriva al segno, alla croce.
E a una croce nuova.
Queste sono le mie uova, piccole come semi con dentro promesse.
Le covo dentro l’ovatta dei sogni: è la parte più calda di me.
Le covo dentro l’ovatta dei sogni: è la parte più calda di me.
Il jolly è: Buona Pasqua. Che sia Rinascita e Passaggio, attraverso emozioni e bellezza.
E felici sorprese!
E felici sorprese!
Pasqua era giunta, la festa della luce e della liberazione per tutta la natura! L’inverno aveva dato il suo addio, ravvolto in un fosco velo di nebbie, e sopra le turgide nuvole in corsa s’avvicinava ora la primavera. Aveva spedito innanzi i suoi messaggeri di tempesta per destare la terra dal lungo sonno, ed essi fremevano su boschi e piani, battevan le ali sulle cime possenti dell’alpe e sconvolgevano il mare dal profondo. Era nell’aria come un lottare e un muggire selvaggio, e ne usciva tuttavia quasi un grido di vittoria: ché tra le burrasche di primavera, frementi di vita, s’annunciava la resurrezione. (Elisabeth Bürstenbinder)
Ormai Pasqua è passata ma i tre semi-uova sono importanti sempre, da seguire nella crescita e da aprire con tutta la sorpresa e la meraviglia ad obiettivi raggiunti, qualsiasi essi siano.
Spero presto 🙂
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grazie Marzia… io continuo a tenerli al caldo 😉
un abbraccio e buone sorprese anche a te, e non solo a Pasqua!