Del tanto che ho vorrei dare qualcosa.
Vorrei che il desiderio per il nuovo anno, per una volta, fosse un’offerta.
Sarebbe bello lo facessimo in tanti. Regalare un’ora di ascolto a qualcuno che abbia voglia di parlare.
Un giorno di lavoro a un progetto da cui non guadagneremo nulla, per il gusto di regalo.
Dare la mano a qualcuno che ancora non ce l’ha tesa.
Vorrei che il desiderio per il nuovo anno, per una volta, fosse un’offerta.
Sarebbe bello lo facessimo in tanti. Regalare un’ora di ascolto a qualcuno che abbia voglia di parlare.
Un giorno di lavoro a un progetto da cui non guadagneremo nulla, per il gusto di regalo.
Dare la mano a qualcuno che ancora non ce l’ha tesa.
Vorrei regalare a un vecchio la risata di mio figlio, a mio figlio la saggezza rugosa di un vecchio.
Se tornasse a questo mondo mia nonna, le farei ingrandire quella foto in bianco e nero di quando aveva vent’anni e tutti i capelli nerissimi e generosi.
Se tornasse a questo mondo mia nonno, vorrei riportarlo al bosco dove andava bambino a giocare, a piedi nudi e sogni scalzi e interi.
Peccato, averci pensato solo adesso.
Se tornasse a questo mondo mia nonno, vorrei riportarlo al bosco dove andava bambino a giocare, a piedi nudi e sogni scalzi e interi.
Peccato, averci pensato solo adesso.
Mi piacerebbe scrivere una lettera a chi non se l’aspetta, combattere la battaglia di un altro, purché sia giusta.
Di tutte le parole buone in circolazione, scartare il guscio e regalare il senso.
E poi incrociare bisogni di sconosciuti, scambiare messaggi d’amore tra chi ha l’amore ma gli manca il coraggio.
Di tutte le parole buone in circolazione, scartare il guscio e regalare il senso.
E poi incrociare bisogni di sconosciuti, scambiare messaggi d’amore tra chi ha l’amore ma gli manca il coraggio.
Sarebbe bello scartabellare il cielo per regalare il Nord della Polare a chi ha perso strada e stelle. La luce di casa a un esiliato, la via di ritorno a un prigioniero.
E poi regalare qualche girotondo e un po’ di ore a nascondino a bambini che non conoscono i giochi.
Regalare cose minuscole, cose così: conchiglie saccheggiate al mare, le scarpe di quando ero ballerina, un sogno abbandonato in un cassetto che mi dimentico di aprire.
E poi regalare qualche girotondo e un po’ di ore a nascondino a bambini che non conoscono i giochi.
Regalare cose minuscole, cose così: conchiglie saccheggiate al mare, le scarpe di quando ero ballerina, un sogno abbandonato in un cassetto che mi dimentico di aprire.
Si potrebbe, tutti, regalare luci piccole, da mettere in barattolo come lucciole prese al prato. Poi farne lanterne, chicchi di fiamma per fare scudo all’ombra.
Se potessi dare un’emozione, una soltanto una volta al mese, a qualcuno che amo. Una sola ma larga e profonda come certe notti di solitudine. Se potessi, questo sì, diventerebbe un anno da ricordare.
Il jolly è: Guardo la notte attraverso le sbarre
e malgrado tutti questi muri che mi pesano sul petto
il mio cuore batte con la stella più lontana.
e malgrado tutti questi muri che mi pesano sul petto
il mio cuore batte con la stella più lontana.
Nazim Hikmet, Angina Pectoris.
E auguri!