Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Una storia con due folletti. E dentro, tre misteri da scoprire

folletti nel bosco
On: 1 Agosto 2012
In: faVOLIAMO
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folletti nel boscoBenvenuti bambini, ma attenti. Dentro a questa storiella c’è qualcosa di magico, qualcosa che puzza e qualcosa di inventato. Scoprite di cosa si tratta!

Qualche giorno fa ero con la mia coperta sul prato, al limite del bosco. Stavo leggendo un libro bellissimo che raccontava le avventure di un enorme drago con gli occhi da cerbiatto. Quando a un tratto vedo qualcosa di velocissimo che mi passa davanti. Proprio rapido, come un lampo. Bzuut.

Subito ho pensato si trattasse di un topolino, ma poi mi sono accorta che aveva lasciato una scia, come quella che lasciano gli aerei nel cielo ma più colorata: dietro a lui l’aria era diventata verdolina e profumava di acciughe.
Mi sono guardato introno, tra l’erba, sotto la coperta, ma niente. Non riuscivo a capire cosa fosse.
Dopo pochi minuti, proprio mentre leggevo che il Drago stava comperando un biglietto del treno per andare in città, ecco che di nuovo: Bziit. Questa volta la scia era arancione e profumava di marmellata ai lamponi. Mi guardo ancora intorno, ma niente.

A un certo punto mi viene un’idea e tiro fuori dal mio zainetto un biscottino alle nocciole. Lo metto lì sulla coperta, a pochi passi da me. Faccio finta di dormire. Passano pochi istanti, quando ecco che sento un rumorino, riapro gli occhi senza muovermi, piano piano ed ecco che lì a sgranocchiare il biscottino chi ti trovo? Due folletti piccolissimi. Direi lunghi su per giù due pollici, con due cappellini grossi come ditali.

Continuano a masticare ancora un po’ finché uno si accorge che lo sto osservando. È grassottello e ha la barba bianca, le sue scarpe sono fatte di foglie. Senza degnarmi di uno sguardo si gira verso il compagno, che mi accorgo essere una compagna e le dice “Che ti avevo detto? Non avremmo dovuto uscire allo scoperto!”. La sua voce era ruvida e sottile. “Non è colpa mia, lo sai che non resisto alle nocciole” Risponde la folletta, magrolina e vestita di petali di rosa.

“Non preoccupatevi, non vi farò del male” Li tranquillizzo. Piuttosto ditemi i vostri nomi. Così scopro che si chiamano Verdùga lui e Arampòne lei, e vivono proprio in quel bosco lì a due passi, dentro a una casetta nascosta tra il fogliame costruita con gusci di vario tipo. Di gusci di cocco è fatto il tetto, un guscio di noce capovolto è la loro tavola, gusci di nocciola sono le scodelle.
“Ma se abitate qui vicino a me, perché non siete mai usciti dal bosco per fare amicizia?” chiedo loro.

Arampòne, con la sua vocina sottile come un ruscello, mi spiega il motivo: “Noi facciamo parte della tribù dei folletti Desiosi. Quando incontriamo un essere umano dobbiamo realizzare un suo desiderio. La maggior parte delle volte, voi uomini scegliete cose così sciocche che poi si rivelano una iattura. Ad esempio, un bambino aveva desiderato di diventare grande e si è ritrovato un adulto in giacca cravatta che aveva perso i momenti più felici della propria infanzia. Un altro signore che viveva sulla montagna ha desiderato di diventare ricco. Così ha lasciato le sue caprette e i suoi prati, si è comprato un grande casa in America e là si è trasferito, dove è morto di solitudine e di noia, in mezzo ai suoi soldi. Un altro ancora ha voluto una macchina velocissima, con la quale poi ha avuto un grande incidente. Siete sciocchi, voi umani, la maggior parte delle volte. E così noi preferiamo tenerci ben nascosti e non procurarvi delle grande. Però tu ci hai visto, e ora dobbiamo esaudire un tuo desiderio. Dicci quello che vuoi e sarà realtà”.

Bambini, ci ho pensato su un bel po’. Ho immaginato di avere grandi cose, denaro, potere, oggetti preziosi. Poi mi sono domandato cosa mi mancasse davvero: ho la mia famiglia, tanti amici. Ho il bosco a due passi da casa dove mi posso rifugiare quando sono triste. Ho i miei libri bellissimi che mi tengono compagnia quando viene la notte. Non ho bisogno di niente di più di quello che c’è già nella mia vita. Una cosa però… a ben pensarci…

“Mi piacerebbe una cosa soltanto” dico ai folletti che mi guardano con i loro occhi neri e pieni di attesa “Vorrei che voi due mi foste amici. Ho tutto quello che mi serve, ma gli amici non bastano mai”.
I loro sguardi si velano di lacrime e commozione. Mi corrono incontro e mi saltellano felici sulla spalla.
“Nessuno ci aveva mai chiesto una cosa del genere! Certo che siamo amici: potevi scegliere qualunque cosa al mondo e hai scelto noi!”

Così ho lasciato loro i miei biscottini alla nocciola, ho raccolto la coperta e il libro e sono partito verso casa, con la promessa che il giorno dopo ci saremmo visti per giocare insieme. Mi sono voltato sulla strada di casa e ho visto una scia verde e una arancione, intrecciate nell’aria, ballare di felicità.

Allora, avete capito qual è la cosa che puzza? Esatto, le acciughe! E quella inventata? È il drago del libro: un vero drago vola negli spazi sterminati tra i monti, non prende il treno per andare in città. La cosa magica, invece? Bravissimi, la cosa magica è l’amicizia. È un incantesimo più prezioso di mille ricchezze.

Il jolly è: portare sempre con sè biscotti alle nocciole o altre dolcezze da condividere con gli amici

Vola con noi a faVOLIAMO… 

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