Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Istanti rubati a #settembre2017 (la solitudine del corvo)

    On: 10 Ottobre 2017
    In: istanti rubati, la mia vita e io
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    liguria 2017Quando qualcosa non mi va -mi rende triste, mi mette ansia, mi destabilizza o tutte queste cose insieme- adotto una tattica: mi rimpicciolisco. Mi vedo dall’alto, e da dopo.
    Per vedermi dall’alto uso quella tecnica cinematografica che sposta la telecamera dal particolare all’universale: ci sei tu che riempi l’inquadratura, poi la tua famiglia, il paese, la nazione, mondo, universo. Siamo minuscoli e brulicanti e così imperfetti. Questo mi rasserena? A volte.
    Poi, mi vedo da dopo. Ammesso che campi altri 50 anni (bè, essere ottimisti non conta nulla) e ammesso che mi sia conservata la memoria (anche molto ottimisti, perché no): che importanza avrà quello che mi è successo oggi? Che impatto avrà avuto su quello che è venuto dopo? Di solito la risposta varia da poco, molto poco a nessuna.

    In questo mese di settembre mi sono impratichita parecchio in questo esercizio. L’inizio dell’autunno è venuto in salita, di quelle salite di cui non vedi esattamente la fine o dove ti portino, ma senti che hai un po’ il fiato corto e la gola riarsa.
    Passo a passo, mi sono detta.
    Passo a passo, continuo a dire.

    Ci sono state anche cose belle. Il mare della Liguria a fine stagione, l’inizio della scuola, incontri interessanti e un po’ di solitudine. Da un po’ non la frequentavo. La solitudine intendo. Stare una giornata quasi intera senza nessuno intorno.
    Lavorare affacciata alla finestra, anzi due, spiare le abitudini di un corvo che passeggia sulle tegole del tetto di fronte. Sembrava impegnato a immaginare la rotta, mentre si guardava intorno col becco in aria, zampettando avanti e indietro. Ogni tanto mi sembra che ci facciamo compagnia.
    Mi sono detta: fai come lui. Ricalibra. Non è che non si possa cambiare strada mai. Me lo dico abbracciandomi un po’, come se fossi una bambina che si è persa nel bosco. Me lo dico piano: fai come il corvo, ricalibra.
    Lo sto ancora facendo, impegnata a capire le coordinate.

    _Signor corvo, te che vedi da là?
    Non mi risponde quasi mai.

    Nel frattempo, mi prendo l’ultimo sole e do il benvenuto alla nebbia del mattino, mi guardo intono cercando di tenere l’equilibrio (Ho detto equilibrio?).

    E ogni tanto torno alla mia tattica: respiro a fondo, mi faccio piccola. A volte funziona. Non sempre, certo, ma si può provare. L’importante è non farsi fregare: il punto non è tenere a mente che siamo insignificanti, proprio no. Il punto è tenere a mente che il significato è altrove.

    liguria 2017liguria 2017Il punto non è tenere a mente che siamo insignificanti, proprio no. Il punto è tenere a mente che il significato è altrove.liguria 2017liguria 2017
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  • Tra vino e caffé, l’autunno che vorrei

    On: 8 Settembre 2016
    In: la mia vita e io
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    caffèSettembre è Capodanno morale, è il mese dei ripensamenti, è la fatica scalza di chi raccoglie l’uva, accatasta cassette, si macchia le dita in attesa del vino -l’estasi con cui Dio consola gli uomini di buona volontà (semicit.).
    Prometto schiena curva tra i filari, ma che alzando gli occhi possa dissetarmi guardando il mare, svegliarmi il viso nei ruscelli freddi, trovare fiato carezzando con lo sguardo la schiena dritta delle montagne azzurre.
    Prometto sforzo e domando luce, che cada a grandine tra le foglie fitte e diventi zucchero, chiedo la tenacia dell’edera che scala senza fretta le pareti, e amici.
    Amici che alla fine della stagione dividano il vino, che vengano a grappoli con il pane da tagliare in tavola, con bocche da macchiare di viola, la voglia di cantare un po’, di stringersi intorno alle brocche sulla tovaglia a quadri e a una chitarra, la voglia di stare vicini, i bambini che corrono intorno, rincorrono un gatto, pedalano in giro.
    Mentre il portico oscilla di tende bianche alla brezza d’autunno sarebbe bello ridere insieme della levataccia di domani, essere felici del nostro riflesso sul vetro, per vederci insieme, e vivi. E le bocche macchiate di viola.

    Il mio anno nuovo comincia così: un caffè nero, un bel libro, le poesie di Baudelaire, il giornale che si acquista il mattino che comincia un viaggio.

    Il jolly è: Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi. Charles Baudelaire

     

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  • Istanti rubati a #settembre2015 (speciale mare)

    On: 5 Ottobre 2015
    In: foto, istanti rubati, la mia vita e io
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    liguria a settembreIl mare di settembre. Cosa non è. La luce quando lo accende e lontano in fondo non distingui la cerniera che lo divide dal cielo.
    Il mare sul principio dell’autunno ha quel blu che lo tiene legato all’estate ma sai che manca poco perché ruzzoli verso la sfumatura, perché perda il lucore piatto e acquisti profondità.

    È facile innamorarsi di spiagge dove puoi stenderti e star largo sotto un sole tenero, un sole tiepido che invita. Ascoltare l’andata e ritorno dell’onda al mattino, quando sul lungomare con le scarpe da ginnastica riempi i pensieri di iodio e poi ti fermi al caffè per un tu per tu col mare. Tu parli e parli, lui ascolta e non interrompe.
    liguria a settembreliguria a settembreliguria a settembreI bambini ti sembrano anche più belli, più abbronzati e lisci, con quei capelli fini impastati di salsedine e quasi biondi, i piedi pieni di sabbia, e le notti insieme, in un letto che a forza di sabbia è spiaggia anche quello.

     

    Il mare a settembre è stato balsamo e ossigeno, la felicità del giornale letto al mattino in balcone, la focaccia per pranzo e vino bianco la sera, sotto un pino marittimo, stanchezze che evaporano nell’aria secca che anima panni stesi ai balconi.
    Sono stati pomeriggi al computer mentre i figli dormono e appunti portati in giro in una tasca del borsone, tra gli asciugamani e i solari. Tra Tabucchi e Pessoa.

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  • Decluttering dell’anima mia

    On: 13 Ottobre 2014
    In: scienza&fantascienza
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    mart di rovereto

    Anche la quotidianità ha bisogno di decluttering, per usare una parola che va di moda adesso.
    Dopo aver dimezzato armadi strabordanti minigonne poco indicate sopra i sedici anni e maglioni così sformati che non si userebbero nemmeno per stare in cucina il giorno che si rompe il riscaldamento; dopo aver ripulito le dispense da marmellate cristallizzate del pleistocene e avanzi di farine di grano saraceno del secolo in cui veniva macinato a braccia; dopo aver liberato le ceste dei giochi dei bambini -quasi pronti per le scuole elementari- dei sonaglini che masticavano prima dei denti da latte, allora sei pronto per quello che è necessario sul serio: per fare spazio dentro la tua testa e le tue giornate.
    E per me, l’autunno, è il periodo adatto da sempre.

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