Il vento si struscia sul mare: è un gatto nero, giallo di sguardo, contro la mano che gli allunga il cibo.
Solo il vento sa fare il mestiere del vento alla sabbia: livella. Porta via tracce come non fossero state, cambia contorni al mondo.
Il vento liscia l’evidenza e la trasforma, tratta le dune al modo della memoria con i ricordi.
Il vento e il tempo stanno a libro paga dallo stesso padrone.
L’onda ha il rantolio del tuono, la potenza della mano aperta a schiaffo.
Batte lo scoglio come chi miete fa con il grano
e ti sa spaventare:
un crollo di pentole dentro la notte.
Se t’avvicini lascia sulla bocca il sale,
al modo dei pistacchi sgusciati tra i denti
e dei baci ai primi appuntamenti.