Non si fa leggere distrattamente, un pezzo qua e una là, tanto per fare. No, ogni parola è misurata, ogni riga ti si infila in qualche posto scomodo, in mezzo ai pensieri, e non si lascia ignorare.
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Credo non sia facile scrivere una bella autobiografia, e nemmeno trasformarla in romanzo. Massimo Gramellini con “Fai bei sogni” ci è riuscito perfettamente.
Parla con la delicatezza, l’ironia disincantata di un bambino. Con un mal dissimulato e prepotente dolore che corrompe dall’interno.
Non ho capito subito che il giornalista avesse riportato in modo così fedele il proprio vissuto e quando mi sono resa conto che quella era esattamente la sua storia, mi ha molto colpita, per diversi motivi.