Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Istanti rubati a marzo2017 (Impronte sulla neve e le distanze dell’amore)

    On: 6 Aprile 2017
    In: istanti rubati, la mia vita e io, viaggi
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    millegrobbe, trentino

    A marzo siamo stati in Trentino. Eravamo in una baita in mezzo alla neve e c’è stato sole, e nuvole solo ogni tanto. Tanto sole da accendere distese bianche intorno, come un mare di minuscoli specchi riflettenti.
    Abbiamo sciato, e un pomeriggio abbiamo deciso di fare una camminata con le racchette. Lì intorno ci sono pinete bellissime, e poi quella luce. Una passeggiata nel bosco era quel che ci voleva. Peccato che le racchette per i bambini al noleggio non ci fossero – forse non esistono, non so.
    Pazienza, abbiamo detto, ci si va tutti senza. Siamo partiti e proprio di fianco alla baita c’è una scuola per guidare le slitte coi cani. C’erano degli husky bellissimi, ci siamo fermati a guardali, a interrogare i padroni. E poi ci siamo avventurati. Prima la strada era piuttosto battuta e la neve soda, poi via via più soffice e si sprofondava sempre più facilmente.
    Ma c’era quel gran sole, l’ho detto, quella luce che s’infilava dappertutto – sotto la giacca, tra i rami bassi dei pini, nei pensieri. Siamo andanti avanti.

    Mi è tornato alla mente una foto che abbiamo fatto Federico e io qualche anno fa. L’abbiamo fatta col telefonino, una notte di febbraio che sulle nostre colline scendeva una neve leggera, inattesa. Avevamo deciso di uscire, lui e io. La foto è in bianco e nero, come i ricordi di quella notte: bianco della neve, nero del cielo. Abbiamo cenato in un ristorante dalle nostre parti, abbiamo bevuto vino. E poi siamo usciti a camminare perché ci sono poche cose che amo come la neve che cade di notte, come l’idea del mondo che si ferma mentre dormo (e vorrei stare sveglia) e che il mattino dopo è un’altra cosa. Non proprio: la stessa cosa, ma diversa.
    Non ricordo cosa ci siamo detti, ma ricordo le impronte che lasciavamo indietro. Se riguardassi il percorso vedrei orme vicine -quando ci siamo tenuti per mano- e segni di impronte più distanti, ma parallele – devo essermi fermata con gli occhi chiusi a sentire i fiocchi sciogliersi sulla faccia, o lui si è allontanato a frugare il buio, ad accendersi una sigaretta.
    Ho pensato che così è l’amore: camminare tenendosi a portata di braccio. Lasciare orme appaiate.

    Camminando coi bambini, quel pomeriggio di marzo, non siamo arrivati al bosco. Eravamo tutti e quattro esausti un bel pezzo prima, così siamo tornati indietro. Per fare l’ultimo tratto ci siamo divisi: i bambini hanno fatto la strada più breve e noi quella dove la neve era più compatta, per evitare di sprofondare fino all’inguine, spezzando a maleparole l’incanto di quel silenzio.
    Hanno fatto tutto il tratto tenendosi per mano, mentre noi li tenevamo d’occhio.

    Ho corretto la mia idea di amore, perlomeno quello di madre e padre: guardarli camminare a distanza, tenendosi a portata di sguardo.
    Senza lasciare impronte evidenti.

    neve in Monferrato

    In una notte di neve, noi due a lasciare impronte. Il caldo le saccheggerà alla terra, ma non potrà con la memoria.

    millegrobbe, trentino
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