Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • non serve che sia perfetto (istanti rubati a #dicembre2022)

    On: 31 Gennaio 2023
    In: istanti rubati
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    1 dicembre
    Un’influenza come questa, da queste parti, non si vedeva da un pezzo.Soprattutto i bambini: non li vedevo così sfiancati da anni, senza nemmeno la forza di guardare la tv. E alla fine ci siamo ammalati anche Federico e io. Verrebbe da dire che sfiga. E invece no. Siamo tutti e quattro insieme, al caldo, un tetto sopra la testa, il camino acceso, i santi nonni che ci aiutano con spesa e medicine, e persino Netflix, quando il mal di testa dà tregua.Non riesco a non pensare a chi il malessere, anche un semplice male di stagione come questo, lo deve affrontare solo, dentro una guerra, senza riparo, cibo, assistenza, su una barca in mezzo al mare, nel freddo di dicembre. Come si fa a non pensarci?
    Vedo i miei figli con la faccia smunta e penso a chi non ha farmaci e medici solerti per poter aiutare i propri. Sembra banale, forse. Ma viene più facile pensare alla fragilità, quando ci si sente fragili.
    Non c’è molto da fare. Essere grati, sempre, e tenere a mente che, anche dai privilegi (e non solo dal potere), derivano grandi responsabilità.

    13 dicembre
    La neve nel giorno di Santa Lucia.Ci sono *coincidenze* che hanno più valore di una verità scolpita nella pietra. Che i nostri occhi possano cogliere anche l’invisibile!

    14 dicembre
    Uscire di casa a notte fonda, la testa ancora dentro certi sogni indecifrabili, che lasciano tra i pensieri una scia vischiosa. Guido nella notte densissima, il primo premio del mattino è il caffè al bar della stazione.
    Ai margini del campo visivo, al bordo della strada, tre ombre in movimento. Agili, scattanti, spariscono nella macchia mentre mi avvicino.
    Tre lupi.
    È possibile?Mi hanno detto che in zona ci sono, ma altro conto è vederli, a due passi da casa… Al modo delle ombre incontrate nei sogni, oggi mi seguono le tre sagome selvatiche. A metà strada tra il vero e l’inventato, l’immaginario e il reale. Come sempre. Come tutto.

    21 dicembre
    Sarà il Solstizio? Oggi è un giorno in cui tutto fa breccia. Il bene, il male. Tutto muove. Le parole lette e ascoltate. Una musica. Le luci intermittenti sull’albero. Una voce in strada. Le fusa del gatto. Vedo una foto dei miei bambini quando erano minuscoli e mi sento come se una lunga mano mi pescasse qualcosa in fondo, qualcosa che avevo scordato e che brucia, freme sottopelle. Mi basta questo.
    Figurarsi se incrocio una notizia sulla guerra, sulla rotta balcanica, sui senzatetto assediati dal gelo. Figurarsi. Il cuore mi si sbriciola e resto lì a raccoglierne i pezzetti sul palmo, a provare a rimetterli insieme.Anche il bene mi rimescola. Mi emoziono per niente. Per un messaggio di poche righe, un ricordo. Una storia qualunque con un lieto fine. Una vecchia canzone. Dei biscotti a forma di stella.
    Sarà il solstizio?
    È un giorno così. Da stare rannicchiati, farsi crescere un’altra pelle, che quella che c’è non basta. Tenersi nel buio, non provare a scansarlo. Lì dove fa male, posare un piccolo bacio. Come si fa coi bambini, quando piangono per un graffio.

    22 dicembre
    Organizzare un viaggio verso una meta ignota è mettere in fila le immagini mentali dei luoghi che visiteremo. Mi piacerebbe poterle conservare in un archivio, non confonderle poi con quelli che saranno ricordi, al ritorno. Tenerli distinti, senza commistioni. Per dire Ecco come pensavo, Ecco invece com’era.Non che contino più gli uni delle altre. Non che la memoria non operi a posteriori le sue scelte per restituirci una sua versione, sempre in movimento.
    Tutto si trasforma.
    Tutto si immagina.
    (Quel che conta, quando si può, è partire)

    24 dicembre
    Non serve che sia perfetto.
    Non serve che ci sia tutto.
    Serve una cosa buona, giusta per noi, che ci fa alzare in questi giorni con quel poco di felicità che basta. Con la serenità di essere nel posto giusto. O, almeno, con la speranza di esserci vicini, al posto che per noi è casa. Auguri.
    Che sia un Natale che ci tiene insieme, che ci dia quel che serve -poco o tanto- che ci fa dire: Grazie al cielo sono qui. Siamo qui.

    27 dicembre
    Auguri mio bimbo magico.
    Non solo sai fare realtà dei sogni, ma anche, dote ancora più rara, sai fare della realtà una miniera di meraviglie. Ti auguro di conservare il tuo cuore grande e il filtro felice con cui guardi tutte le cose.





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