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L’apparenza inganna
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Istanbul e le notti in terrazza al canto del Muezzin
Istanbul, agosto 2008. In viaggio: io, mia sorella, due amici di infanzia.
Sono stati dieci giorni buttati lì quasi per caso, una manciata di coriandoli sparsi su un anno difficile, di cambiamenti.
Ci siamo portati dietro, tutti e quattro, un qualche tormento sentimentale al guinzaglio (ma lungo): chi una donna in fuga, chi una storia che svapora ma ancora graffia come un gatto arrabbiato, chi l’ultimo capitolo di un libro che non si vuole chiudere, chi un nuovo amore, fragile come un bocciolo di stella alpina. -
Paese che vai, colore che trovi
Vivo in un bel posto, sono a casa in maternità e posso stare coi miei bimbi, ho una bella famiglia e le mie giornate sono faticose ma appaganti, che in fondo anche l’imprevisto ha il suo perché. C’è una sola cosa che mi manca come l’aria che respiro: viaggiare.
Non nel senso di una vacanza o roba così. No, proprio vorrei mettermi uno zaino sule spalle, comprare una buona guida e poi consumarmi le scarpe e gli occhi a forza di vedere cose nuove.Mi manca così tanto, esplorare, che sento come una nostalgia nascosta, che pungola e pizzica ogni giorno un po’.
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Così accettare l’invito di Viaggi e Baci e scegliere qualche foto di viaggi fatti mi è sembrato un buon pretesto per tuffarmi con la memoria in quei panorami rubati al tempo con un click.