Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Di morte, vecchiaia e altri tabù

    On: 24 Gennaio 2014
    In: ospiti
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    di vita

     

    Esistono antidoti alla superficialità. Ad esempio alcuni libri,  e “Così è la vita. Imparare a dirsi addio” di Concita de Gregorio è uno di questi.
    Non si fa leggere distrattamente, un pezzo qua e una là, tanto per fare. No, ogni parola è misurata, ogni riga ti si infila in qualche posto scomodo, in mezzo ai pensieri, e non si lascia ignorare.

     

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  • Un amore alla frutta

    On: 27 Settembre 2013
    In: ospiti
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    nessuno si salva da solo di margaret mazzantiniUn grande amore che finisce. Una coppia che si disfa, attraverso un percorso confuso,  sbilanciato.
    In due parole, è la trama di “Nessuno si salva da solo”,  di Margaret Mazzantini.
    Pur non essendo uno dei suoi testi che ho preferito, la sua prosa è come sempre un tessuto prezioso, una sequenza di immagini significative e parlanti da restare impresse nella mente.

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  • Alla ricerca di sé in un catino di zinco

    On: 9 Agosto 2013
    In: ospiti
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    catinoIl mare gli risvegliava la percezione d’una vita anfibia, prenatale. Lo sentiva avvolgente come quel ricovero uterino, da cui s’era staccato tanto tempo fa, e dove avrebbe desiderato tornare. Morire, entrando nel mare. Così, forse, con la risacca, anche lui sarebbe riemerso da quell’inghiottitoio acqueo, sul bagnasciuga d’un’altra spiaggia, insieme ai sedimenti marini: i vetruzzi levigati, i pezzi di legno catramosi, i filamenti delle meduse. Fino a diventare una spora portatata dall’aria, che andrà a germogliare chissà dove, lontano

     

    Niente, quando una nasce col jolly della scrittura in tasca c’è poco da fare.  Poco da incazzarsi perché quella naturalezza dalla tua penna s’accanisce a non uscire. Poco da impuntarti a leggere, rileggere, tornare indietro per indagare il mistero di una prosa tanto graffiante che pare uscire dal libro insieme alle cose che racconta, tutte intere, con la loro poesia o il loro schifo attaccato addosso.

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  • Una strada che disegna una vita

    On: 28 Giugno 2013
    In: ospiti
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    questa storiaMa forse è vero quello che dice lui, e ogni cammino è circolare, e non porta da nessuna parte, ma dentro se stesso, perché troppo fitta è la nebbia della nostra paura e illusorie le strade che sembrano portare altrove. 

    Il fatto di continuare a leggere libri di autori che sono dannati geni, è senz’altro un’arma a doppio taglio per chi, come me, si metta in capa di scrivere qualcosa. Perché se da una parte la loro letteraura ispira, dall’altra mi viene sul viso quell’ombra degli sconfittoi in partenza, perché, mi dico, nemmeno in sette vite mi verrà fuori un manoscritto così. E esattamente il caso di “Questa storia“, uno dei pochi romanzi che io abbia ri-letto, proprio perché nelle pagine di Alessandro Baricco sento la perfezione di una storia scritta comediocomanda.

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  • Spunti di reincarnazione

    On: 7 Giugno 2013
    In: ospiti
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    tramonto
    L’anima deve tendersi sugli abissi cosmogonici
    mentre il corpo compie i suoi quotidiani doveri.

     

    Autobiografia di uno yogi” di Paramahansa Yogananda: è il volume che campeggiava da mesi nella mia libreria nel reparto “da leggere”. Me lo hanno prestato parecchio tempo fa, è consumato, sottolineato e mezzo distrutto, come piace a me, perché anche i libri, e non solo le parole che vi albergano dentro, devono avere una loro storia da raccontare. E questo di storie ne racconta un bel po’.
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  • Un racconto e un dolore. Storie che si intrecciano

    On: 24 Maggio 2013
    In: il progetto, ospiti
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    "Fai bei sogni" sul cruscotto
    L’intuizione ci rivela di continuo chi siamo. Ma restiamo insensibili alla voce degli dei, coprendola con il ticchettio dei pensieri e il frastuono delle emozioni. Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire, perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi. 

    Credo non sia facile scrivere una bella autobiografia, e nemmeno trasformarla in romanzo. Massimo Gramellini con “Fai bei sogni” ci è riuscito perfettamente.
    Parla con la delicatezza, l’ironia disincantata di un bambino. Con un mal dissimulato e prepotente dolore che corrompe dall’interno.

    Chi è stato abbandonato si considera assaggiato e sputato come una caramella cattiva. Colpevole di qualcosa d’indefinito.Così mi sentivo io. Non avevo saputo trattenerla.

    Non ho capito subito che il giornalista avesse riportato in modo così fedele il proprio vissuto e quando mi sono resa conto che quella era esattamente la sua storia, mi ha molto colpita, per diversi motivi.

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  • Il viaggio di un desiderio

    On: 10 Maggio 2013
    In: ospiti
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    Lettera a un bambino che è natoOccorre aver intrapreso un viaggio verso un figlio per capire che l’infertilità è la malattia del vuoto: l’assenza di quel bambino tanto desiderato ti lacera come un lutto e con essa perdi la proiezione di te nel futuro.

     

    Vi siete mai chiesti cosa significa cercare un figlio che non arriva? Cosa vuol dire inseguire una cicogna scema che non riesce a trovare la strada di casa? Io sì, me lo sono domandata spesso, prima di rimanere incinta, forse perché è stata una delle mie paure più profonde, da sempre. Da quando, poco più che bambina, ho sentito che diventare madre era una delle cose che avrebbe potuto dare un senso alla mia vita.

     

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