Le cose stanno zitte quando tu le guardi
tutto sembra muto e silenzioso
ma appena tu ti volti son miliardi
a fare qualche gesto misterioso.
Mentre ancora sei perso dentro i sogni nel tuo letto
in cucina -alla luce piccola che viene dalla luna e piano senza far rumore-
si muove quatto quatto il frullatore e si sporge dal ripiano di armadietto
per raccontare al mestolo di una fuga che da giovane ha fatto per amore.
Quando il primo raggio del mattino bussa appena alla finestra
la tenda si scosta prontamente a farlo entrare,
il tappeto striscia quattro passi avanti e un passo a destra
per abbronzarsi un poco e farsi riscaldare.
Nel bagno tu non sai ma c’è una festa
lo spazzolino anima un comizio sull’igiene
il dentifricio non partecipa e scuote la testa
è sempre stato un tipo strano e chiunque ne conviene.
Quando poi la sveglia suona, dopo lungo russare,
ti alzi lentamente e infili le ciabatte
-fino a un momento prima le sentivi bisticciare-
e davanti al frigo cerchi, con gli occhi ancora chiusi, il cartoccio del latte.
Ti sembrava di averlo messo proprio lì, sul quel pianale,
invece guarda caso ora sta in un angolo vicino alla crostata
–Che distratto sono! Dici a te stesso, nel tuo sonno astrale,
mentre il latte strizza l’occhio alla salsa tonnata.
Appena ti volti tutto si anima di nuovo
-occhiate, sguardi d’amore, d’odio, intese, segnali-
la forchetta litiga con l’aglio e si innamora di un uovo.
Perché è così che va la vita: gli uomini e le cose sono uguali.