Per cinque giorni alla settimana esco di casa alle sei e quaranta e varco la soglia, al ritorno, verso le sette e dieci, quando tutto fila liscio, tra treni, auto e tram vari. Dunque entro in cucina, esausta dopo due tranche di viaggio di due ore l’una e l’ufficio in mezzo, e mi si para davanti lo scenario seguente: due bimbi scatenati (di 1 e 2 anni suppergiu) con i loro piatti davanti al naso mentre papà e (spesso) nonno cercano di imboccarli o convincerli con ogni metodo lecito a nutrirsi in autonomia. Non sempre con risultati immediati e soddisfacenti.