Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Istanti rubati a #giugno2017 (Stropicciata è la realtà)

    On: 19 Luglio 2017
    In: il progetto, istanti rubati, la mia vita e io, un luogo a cui tornare
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    monferratoC’è una cosa che mi piace moltissimo fare con i miei figli, quando cominciano le vacanze: la colazione in balcone. Ci sediamo ai tavolini fuori come fosse una terrazza al mare, anche se il nostro mare non è blu, ma verde, e se al posto dei pesci ci sono i cavalli – che voi direte son pesci grossini, ma vabbè, se per questo pensate alle balene. Preparo il mio caffè con i biscotti, il loro latte con panini di nutella e cereali.
    Ci sediamo sorbendo l’odore del fieno, chiacchierando del più e del meno, di quel sogno venuto di notte – un elefante a caccia di ladri che firma con la propria iniziale le mutande dei malfattori.
    Questo nella mia fantasia (l’unica cosa vera è il sogno di Lemuele). Nella realtà, prima che io possa sedermi, Eliandro e Lemuele hanno litigato perché uno dei due ha meno latte dell’altro, perché la tazza di uno è troppo calda e l’altra troppo fredda. Uno si è certamente inciampato versando metà del contenuto tra la cucina e il balcone.

    -È colpa sua.

    -È stato il gatto.

    C’è afa e l’odore è anche quello di letame che viene dalla scuderia. Poi le mosche – queste mosche che fanno dimagrire gli equini e mettono a dura prova la pazienza degli uomini.
    E ci sono le camminate in giugno per le strade di campagna, gialle che sembra di camminare sul sole e noi tre giovani esploratori (giovani facendo una media delle rispettive età) con gli zainetti sulle spalle e i pantaloncini corti. Saltelliamo allegramente.
    Nella realtà, saltelliamo sì, ma allegramente più o meno: saltelliamo perché le zanzare ci stanno sbranando e non basta essere pucciati nell’Autan come le Macine del Mulino Bianco nel cappuccino, soprattutto se per la scanzonata passeggiata hai scelto un’ora serale o crepuscolare, climaticamente compatibile con la vita insomma.

    Nelle immagini è tutto perfetto, come nei ricordi. Sarà bello ripensare, ad esempio, l’ultimo giorno di asilo di Eliandro. Sarà dolce. Anche se in quel momento la malinconia ti artiglia il cuore.
    Nei ricordi ci sono le belle serate sotto il portico a parlare di libri e viaggi e grandi imprese – non c’è la mosca che ti tormenta, il retropensiero delle cose che devi fare prima di sera, della sveglia all’alba di domani, o quella fastidiosa puntura d’insetto che non la smette di fare prurito.
    Dalle fotografie puoi togliere gli aloni, correggere i colori, il contrasto, stemperare le ombre. Ma a ben pensarci è quella roba lì che rende vero il momento – la lamentela di un figlio, il prurito in quel punto, la macchia, l’odore di merda dalla stalla. È l’imperfezione, la stortura che fa vivo e reale quello che c’è.
    Quello che ricordi e foto restituiscono lindo è stato vero, puzzolente, confuso, stropicciato, ingarbugliato e deforme.
    È stato vivo.

    (Tra le cose che sono diventate vere, il 21 è uscito in libreria “Un luogo a cui tornare”: lo avete incrociato, per caso?)

    monferratocavalli, pom graninun luogo a cui tornare
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  • Uccelli visti dagli occhi di un bambino visto dagli occhi di un padre

    On: 28 Settembre 2016
    In: la mia vita e io
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    uccelliPomeriggio di settembre in collina, sole tiepido, trattore che sale e scende per ordinare le file del fieno, per pettinare un pezzetto di campagna. Cielo lucido, orizzonte nitido di fine estate.
    Un puntino arancione corre intorno col cane, cerca animaletti da stanare, piccoli pezzi di legno per fare barchette o pistole. Si siede sotto un albero, spia un ragno vicino e là in fondo i movimenti del trattore, conta qualcosa su un tronco – chi lo sa cosa.
    Poi riprende a correre, saltella intorno alle rotoballe, gioca ancora col cane.

    D’improvviso -ma proprio d’improvviso- si ferma e alza gli occhi: un ventaglio di uccelli si apre nel cielo. Resta immobile per qualche istante, le braccia un po’ larghe sui fianchi, la fronte che segue la traiettoria del volo. Immobile.
    Poi le rondini spariscono oltre l’orizzonte nitido, lui si scuote e riprende il gioco.

    (Eliandro visto con gli occhi di Federico. Io ascolto il racconto e li vedo entrambi: il padre sul trattore che ferma il lavoro per osservare la scena, il figlio con la maglietta arancione e i pantaloncini corti, naso puntato al cielo. E mi sciolgo di tenerezza).

    Il jolly è: fermati un momento a guardare. Un ventaglio d’uccelli in cielo negli occhi di tuo figlio.

    monferrato
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  • Istanti rubati a #maggio2016 (di fusa e luce nuova)

    On: 7 Giugno 2016
    In: istanti rubati, la mia vita e io
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    camino, piemonteAlle volte sopperisco al bisogno di viaggiare osservando la luce che trasforma i luoghi che mi sono familiari.
    A maggio è capitato spesso. Non c’è stato nemmeno un giringiro, ma  il tempo è cambiato così frequentemente che è stato come andare a spasso attraverso le stagioni.

    Non  che sia sempre un vantaggio. Ma tocca vedere il lato buono di tutte le cose, se ci si vuole svegliare il mattino alle sei senza sentire il desiderio di smaterializzare l’orrendo trillante ordigno contro il muro.
    Per esempio: trovare in casa tracce di topi (bella la campagna, eh) mi ha aiutata a convincere Federico a tenere un gatto. Così è arrivata Draghessa, che noi nomi normali non ner vogliamo, ed è la prima volta che ho un gatto mio. Che poi è una gatta di tre colori e spiccato spirito di adattamento, visto che nell’arco di poche ore ha fatto amicizia con il cane e i bambini, che se la portano a spasso sulla spalla come fosse un papppagallo.
    E io che non ho mai avuto un gatto mio, provo la bellezza di scrivere con un felino sopra le ginocchia. Due frasi e una carezza. Un punto a capo e un po’ di ron-ron.
    Abbiamo avuto un altro amico con l’ala ferita, un corvo. Ma è volato via in fretta.
    gattinacorvomoncestino (AL), piemonte
    Maggio è stato così. Frammentario. Un giro al Salone del Libro, qualche giro col libro, una giornata di festa con la banda -come mi piace la banda- qualche gita in campagna, un paio di sogni significativi, come sempre libri a profusione (Non scrivere di me di Livia Manera Sambuy, Ghiaccio-Nove di Kurt Vonnegut, Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, Maschere per un massacro di Paolo Rumiz, Big Magic di Elizabeth Gilbert, Io prima di te di Jojo Moyes, Maria di Isili di Cristian Mannu).
    Sapete cos’è un sogno? Non è una chimera generata dal nostro desiderio, ma un’altra via attraverso cui assorbiamo la sostanza del mondo e accediamo alla stessa verità che svelano le brume, celando il visibile e rivelando l’invisibile. (Muriel Barbery)
    Maggio è stato un saltinbanco che colleziona nuvole e poi le scompiglia con un mazzo di raggi di sole.
    Non sempre è un vantaggio. Ma mi piace pensare che la pioggia sia venuta per rinverdire i prati e profumare le rose.
    E non è stato male vederla attraverso la finestra, la gatta sulle ginocchia, qualche frase e un po’ di fusa.
    camino, piemontecamino, piemontecamino, piemonte
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  • Istanti rubati a #Aprile

    On: 30 Aprile 2014
    In: foto, la mia vita e io
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    sagra a Moncestino

     

    Le giornate con amici: chiacchiere arretrate, un (due tre) bicchieri di vino, sdraiarsi con una coperta al sole, aspettando l’aperitivo sotto il portico.

    (altro…)

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  • Il gioco della neve e dei tre pulcini

    On: 10 Febbraio 2014
    In: sproloqui
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    neve in collina
    Due giorni di neve, Torino si stropiccia il muso guardando all’insù, contro questi fiocchi larghi come mani aperte.
    Tutto sembra più lento: il vecchio attento a non scivolare, donne impicciate sui tacchi, i bambini guance scarlatte che ascoltano come crocchia sotto gli stivaletti quel cielo di granita caduto in strada.
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  • Luglio è una bolla arredata di cose piccole

    On: 22 Luglio 2013
    In: la mia vita e io
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    luglio9Luglio col bene che ti voglio vedrai non finirai… 
    Perché io te ne voglio, sì, ma tu a me?

     

    É un mese strano, questo, dentro un’estate strana. Piena di temporali e sbalzi di temperature e c’è un’aria -non so- rarefatta: spesso arrivo al mattino presto a Torino e sento una brezza che pare di stare al mare (pare). E la sera, quando torno a casa e lo sguardo si sdraia sopra la mia campagna, è un perdersi di balle di fieno indorate dal sole.
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  • Piccoli fantini crescono. Piccole emozioni fanno il solletico

    On: 10 Giugno 2013
    In: la mia vita e io
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    bimbo e gattoCi sono giornate in cui le emozioni di mescolano. Emozioni piccole, che sul momento ti sembrano insignificanti ma che poi trovano un loro posto più preciso quando le ripassi la sera.
    In genere sono le giornate piene di sole, il sole di maggio che ti arriva in faccia bello diritto e accende tutto di un colore che fino a qualche ora prima non esisteva.
    È stato un giorno così: sono andata con Federico in un maneggio vicino, ad accompagnare i ragazzi che frequentano il Pom Granin a fare delle garette a cavallo. Lemuele è venuto con noi, mentre Eliandro poltriva beato a casa della nonna.
    E il prode primogenito, anche quest’anno, ha partecipato alla gimkana per i più piccoli.
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