Vi è mai successo di lavorare al PC e trovarvi a un certo punto con cinquantotto finestre aperte, tutte interessanti e irrinunciabili, tra cui saltabeccate leggendo poche righe e pensando pure a quello che dovete fare subito dopo? Ecco, da qualche settimana la mia testa è un luogo del genere.
In gergo: non ci sto dentro.
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Stay zen (ovvero: non ci sto dentro)
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Fulvio Agostini incontra la Storia
L’estate incalza, la storia pure.
Mi si scioglie tra le dita appiccicose di ghiacciolo all’anice, mi tiene compagnia la notte, insieme ai cori di rane e cicale.
Ne lascio qualche briciola qui, per voi che mi regalate la vostra attenzione.
Read MoreTutto comincia da Fulvio Agostini.
Fulvio Agostini, il padre di Arun, originario di Trento, era un giovane inquieto e curioso, due occhi mobili da furetto indiscreto e il sogno in tasca di cambiare il mondo. Vivi, due biglie chiare e brillanti, quegli occhi lo hanno trascinato dappertutto. Sempre con quel fiuto di giornalista in erba, a seguire ogni sentore di fervore e cambiamento. -
Vi presento Alice
Dicevo, qualche settimana fa, del mio folle progetto-sogno-ardita fantasia: scrivere una storia, qualcosa che somigli a un romanzo. Che gli somigli almeno un po’, non dico tanto: nel colore dei caratteri, nella piega delle parole, nell’oscillare leggero delle pagine. Cose così. Che dite di dare un’occhiata a questo frammento minuscolo di storia?Read More -
La genesi di una tentazione e una richiesta di aiuto
Cosa serve per scrivere un libro.
Serve l’amore per una storia, io credo. Una storia che nasce piano nella tua testa e cresce, se trova terreno fertile, si arrampica attraverso i neuroni e invade i pensieri. La innaffi di intuizioni brevi e lunghi voli pindarici. La nutri con le tue ore di dolore e tempo rubato a pensieri più lievi.Una storia che sta dietro le parole, si inerpica tra gli spazi vuoti, si nasconde tra le espressioni che scivolano giù sulla carta come segni inventati.
È un susseguirsi di immagini mentali con un loro ritmo, una musica dentro che parla di danze lontane, balli tribali sulla terra cruda, e walzer improvvisati sotto la luce della luna.