E giorni come gli altri che tutto va bene, come sempre, o forse anche meglio perché sei in vacanza in montagna coi tuoi bambini.
Poi un giorno va un pochino peggio perché ti senti stanca e misuri la febbre e la febbre c’è e sfanculi un po’, Porcavacca, proprio adesso che sono in vacanza e che dopo dobbiamo andare al mare, mai una volta durante l’anno, ‘ste rogne.
Poi un giorno va un pochino peggio perché ti senti stanca e misuri la febbre e la febbre c’è e sfanculi un po’, Porcavacca, proprio adesso che sono in vacanza e che dopo dobbiamo andare al mare, mai una volta durante l’anno, ‘ste rogne.
Poi passano i giorni la febbre non passa, vai dal medico e gli antibiotici non fanno un accidente. Il termometro diventa il tuo accessorio per l’estate e sembra che si sia incantato lì, tra i 39 e i 40, beffardo.
Un giorno un po’ peggio degli altri il tuo medico ti manda al pronto soccorso. Dopo un pomeriggio d’attesa che paiono essersi concentrate le emergenze di questa parte di globo, ti visitano, sangue e lastre.
Poi il medico di turno ti prende da parte: signora, il quadro è quello di una polmonite, ma quella macchia sul polmone, non so. Adesso parla una lingua che non capisco, ma un paio di parole che non mi piacciono le colgo fin troppo bene.
Mi trovo a passare la notte su una barella in un ufficio del day hospital, che i letti son finiti. E se non me la faccio letteralmente addosso è solo perché nonostante la febbre e la fiacca, le gambe le ho ancora veloci.
Mi trovo a passare la notte su una barella in un ufficio del day hospital, che i letti son finiti. E se non me la faccio letteralmente addosso è solo perché nonostante la febbre e la fiacca, le gambe le ho ancora veloci.
Perché ci sono parole che sono crepe, ti si inficcano dentro come un graffio fatto col fil di ferro. Mi era già successo, forse capiterà ancora di passare ore a non poter recitare la finzione consueta di essere immortale. E sentire più forte la paura di quel buio che viene dal baratro che sappiamo lontano, relegato in un territorio in cui ci si addentra malvolentieri, anche col pensiero.
Oggi voglio solo dire grazie. Per gli occhi saldi di mio padre, le braccia solide di Federico, gli abbracci e i pensieri di chi amo.
Perché non vedevo l’ ora di correre dai miei figli e ora sono qui, a casa.
Mi porterò: due signore sofferenti e molto amate, due donne sole – una mi ha regalato dei grissini per i miei bambini, io le ho lasciato caramelle sul comodino – un uomo sempre allegro con cui si cenava in veranda, un medico con la rara umiltà di ascoltare, un pugno di infermiere e aiutanti che fanno il loro sporco lavoro col sorriso addosso.
Perché non vedevo l’ ora di correre dai miei figli e ora sono qui, a casa.
Mi porterò: due signore sofferenti e molto amate, due donne sole – una mi ha regalato dei grissini per i miei bambini, io le ho lasciato caramelle sul comodino – un uomo sempre allegro con cui si cenava in veranda, un medico con la rara umiltà di ascoltare, un pugno di infermiere e aiutanti che fanno il loro sporco lavoro col sorriso addosso.
Mi conosco: mi ci vorrà qualche giorno a ritrovare la leggerezza. Ma forse a volte è necessario addentrarsi nella grevità delle cose, per tornare in superficie con più consapevolezza.
E voglio accendere una candela nei miei pensieri, per le persone che con quelle crepe devono farci i conti per davvero e sono state costrette a ridisegnarci una vita sopra.
Che nella paura del buio trovino il conforto di tante luci.
E voglio accendere una candela nei miei pensieri, per le persone che con quelle crepe devono farci i conti per davvero e sono state costrette a ridisegnarci una vita sopra.
Che nella paura del buio trovino il conforto di tante luci.
Tags: amore, febbre, ospedale, paura, pensieri, polmonite, pronto soccorso, speranze
Mi sono persa un po’ di post. Sono contenta che tu stia bene adesso.
Un abbraccio
The Real Person!
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grazie mille Alice!
La vita ci regala tante salite.
Un abbraccio.
The Real Person!
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sì. quando però poi ti fa un bel regalo ci si fa pace facilmente.
un abbraccio
Bentornata dolcissima Fioly, sono felice che sia tutto passato, non c’è niente di più bello di sentirsi “fortunati” e riabbracciare la famiglia.
bacione!
The Real Person!
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Proprio così, è il regalo più bello!
grazie, un abbraccio
Non ti conosco ancora, Lucy ci ha accomunato in un abbraccio, ma so di che parli e quindi non posso che abbracciarti ed unirmi a chi ti ha detto bentornata!
The Real Person!
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Grazie davvero Pezzodicuore, ricambio e stringo forte l’abbraccio. A presto!
Un abbraccio.
Grazie 🙂
Cara Fioly, spesso leggendo quel che viene pubblicato in rete si ridimensiona l’opinione che ho delle persone. Non è decisamente il tuo caso, anzi. Sapevo che eri una bella persona, ma non avevo capito quanto. Riprenditi presto!
Cara Fioly, spesso leggendo quel che viene pubblicato in rete si ridimensiona l’opinione che ho delle persone… direi decisamente che non è il tuo caso, anzi.
Che eri una bella persona lo sapevo, ma non avevo capito quanto. Riprenditi presto!
Non so se merito questi complimenti, ma grazie di cuore. A presto!
Certe paure hanno il potere di creare contemporaneamente un grande vuoto e la certezza dei nostri punti fermi. Bentornata, che la leggerezza vi avvolga di nuovo tutti. Un abbraccio.
Sì, via la leggerezza e pure un po’ di sana incoscienza.
Un abbraccio
Affacciarsi al baratro fa paura, anche solo a leggere le tue parole piumate.
Ti abbraccio!
Sì, la prospettiva da lì è inquietante
Grazie, ti abbraccio anche io
Quanta poesia nel modo in cui sei riuscita a raccontare le emozioni e i timori di questa brutta avventura.
So cosa vuol dire trovarsi sul bordo drl baratro, x averlo provato sulla mia pelle e su quella di persone che amo e posso dirti solo una cosa. A distanza di anni ringrazio la vita di avermi portato fin lì, xchè solo da certe prospettive possiamo capire chi siamo e decidere che svolta dare al cammino che ci resta x tornare di nuovo nel punto che come esseri umani non possiamo evitare.
Sono contenta di riaverti tra noi e ti auguro tutto il meglio che la vita ha in serbo x te
Hai ragione. Certe prospettive qualcosa ti tolgono, in termini di spensieratezza, e qualcosa ti lasciano in più. Spero di non trovarmi troppo spesso a quelle altezze, che i capelli bianchi si moltiplicano! Un Grazie e un abbraccio dire
Un abbraccio forte
Stavo aspettando questo post…e per l’ennesima volta non sono riuscita ad arrivare a leggere la fine senza versare una lacrima!…Ci vediamo presto cara! Un bacione
Ci vediamo prestissimo, ci conto! E ti abbraccio
È passata. Ora la puoi raccontare.
Bentornata.
Raffaella
Grazie Raffaella 🙂
E’ dura guardare le proprie paure, ma la consapevolezza che si trova in fondo ad esse poi ci rimane e ci fa crescere un altro po’. Riprenditi alla grande!
Ti ho nominata per The Versatile Blogger Award: non è tanto per il premio, quanto per avere l’occasione di dirti che il tuo blog mi piace molto! Ciao!
E io mi prendo il premio e gli auguri con un hip hip… Grazie!
La paura di quel buio che viene dal baratro… la sensazione di mancamento che ho provato quando ti cercavo tra post e fb per sentire la tua mano. I tuoi giorni di assenza e adesso questo tuo delicatissimo ritorno.
I miei pensieri ti accarezzano e mi unisco a te nel pensare alle persone che ridisegnano una vita sopra quelle crepe, ai tuoi compagni di stanza, agli occhi saldi di tuo padre, alle braccia solide di Federico.
Grazie. Anche da parte loro. Un abbraccio forte
Eccolo lì, l’imprevisto brutto – febbre in vacanza – che peggiora e si trasforma in incubo, dramma e paura. Parole semplici e stupende per raccontarlo, grazie per condivisione.Ti auguro tanta luce e niente più barelle improvvisate ma solo solidi letti di casa con chi ami.
È un augurio meraviglioso! Grazie!
mamma mia. Sono felice di sapere che tu sia tornata, mancavi. E ti auguro solo di poter stare sempre meglio. Un abbraccio grande e di cuore.
ricambio il tuo abbraccio. Di cuore. Grazie
Ti abbraccio forte forte.
Bentornata
Grazie 🙂