Quando i papà si avvicinano ai propri pargoli per cambiare loro il pannolino, pur con tutta la buna volontà, riescono a vivere l’impresa come fosse un compito degno di un atleta olimpionico con basi da ingegnere aeronautico e qualche abilità presa in prestito da Houdini. Del resto, qualche dote del celebre mago di sicuro ce l’hanno: riescono sempre a far scomparire i pannolini al momento del bisogno (ma solo alla propria vista, perché i pacchi Pampers&affini sono al posto di sempre), a imbalsamare il piccolo come fosse pronto per essere spedito in un altro continente e a usare la maionese anziché la Pasta di Fissan.
Questo è pressappoco il modo in cui il 90% delle mamme parla dei propri compagni. Ecco, nel mio caso è vero l’inverso. Nel senso che le cose scritte sopra sono esattamente quelle che Federico potrebbe dire di me. Beh, in realtà ora, al secondo pupo, sono piuttosto sciolta con l’operazione cambio, visto che scandisce tutte le ore della mia giornata (e talvolta anche le mezz’ore), ma le allegre confusioni elencate sopra e molte altre sono esattamente nel mio stile.
Ovvero: l’uomo di casa sono io. Evidentemente la parte maschile che permea il mio spirito viene fuori proprio con queste caratteristiche di sbadatezza e disorganizzazione che in genere vengono attribuite ai maschi.
Federico, lui no. È preciso al punto che quando si parte per un viaggio è lui a organizzare i vestiti propri, dei pupi e qualche volta anche i miei, se non altro per riuscire a farli stare in qualcosa che somigli a una valigia,anziché lasciarli sotto forma di palla di stoffe.
Forse io sono un pochino più paziente quando i due monelli provano a farci perdere il lume della ragione. Ma di certo lui è la parte razionale della coppia (e per ora della famiglia). Il suo unico “difetto” è che lavora moltissimo, troppo direi, sabato e festivi inclusi.
Così mi trovo molto spesso a consolare il nostro primogenito che ha fatto del padre il proprio eroe e inscena tragici teatrini urlando e battendo i piedi ogni volta che il suo “papi” varca la soglia di casa per andare al lavoro. Si consola soltanto quando il suo Wolverine gli promette un giro a cavallo oppure sul bruum ande [brum grande, ovvero trattore]. Non per niente ho da poco regalato a entrambi la seggiola per pupi da montare sul mezzo agricolo (che tra l’altro mi è costata all’incirca quanto un mese di baby sitter, quindi spero la facciano fruttare).
È bellissimo guardare questi tre uomini (due dei quali in formato tascabile) certe sere sul divano, a parlare, urlare e gorgheggiare, ognuno secondo le proprie abilità acquisite. E anche se è un po’ triste essere relegata a schiacciata minoranza, mi piace vederli già complici, in un modo tutto loro. I loro giochi sono fisici, l’intesa è fatta di risate forti, occhi negli occhi e carezze travestite da manate.
Eliandro è ancora molto piccolo e per questo più legato alle coccole (e alle tette) della mamma. Ma Lemuele e Federico si guardano come due innamorati, tanto che a volte potrei essere gelosa. Si assomigliano molto anche fisicamente, come Federico non smette di far notare, tutto orgoglioso, mostrando le proprie foto di quando era in fasce.
Sono fieri allo stesso modo, quasi impettiti, quando se ne vanno in giro uno in braccio all’altro, la stessa luce viva e liquida nello sguardo. Le mani minuscole e cicciotte di Lemuele in quelle callose e capaci di Federico sembrano rappresentare la più onesta delle promesse d’amore.
Spero che i miei bambini domani assomiglino al loro papà. Certamente nell’ordine e nell’organizzazione, ma soprattutto nell’essere uomini appassionati, innamorati della vita e dei figli che verranno.
Questo post partecipa al blogstorming
Tags: (dis)organizzazione, blogstorming, houdini, papà, uomini&donne
il tuo post mi ha rapita…ti ho passato un premio sul mio blog!
non mi sono mai commosso,ma oggi leggendo queste righe mi è venuto un nodo in gola moito toccante un bacione ……dragi e gi……
ecco, così adesso mi commuovo anche io… grazie!
Molto bella questa intesa. Insomma, un tempo avrei definito il tuo Federico un “uomo-Furio” ma devo ammettere che la cosa ha i suoi vantaggi, soprattutto quando, come nel mio e nel tuo caso, la parte femminile della coppia non eccelle in organizzazione e coordinazione (noi siamo un caso disperato però: io sono un disastro, lui peggio!)
Bè, allora il vantaggio, nel vostro caso, è che nessuno può rimproverare l’altro! Federico fortunatamente non è una persona pedante; ha dovuto affilare la propria indole “precisa” per ovviare alle mie (in)capacità organizzative e domestiche. Però come gli movimento io la vita!…
mi sono commossa… ^_^
idem….