Non è una proposta indecente: sì, è un invito a un bacio lungo un mese, ma una roba a fin di bene.
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Baci che fanno bene
Kiss me.
Non è una proposta indecente: sì, è un invito a un bacio lungo un mese, ma una roba a fin di bene.Il nome dell’iniziativa, di cui presto sentirete molto parlare, è Kissotto: un modo originale per donare uno schiocco di labbra e un ‘offerta (minimo 1 modesto eurino) all’associazione Noi per Voi Meyer Onlus, eroicamente impegnata a raccogliere fondi per la ricerca contro contro le leucemie e i tumori infantili, nata nel 1988 e riconosciuta come Onlus nel 1997. -
Fulvio Agostini incontra la Storia
L’estate incalza, la storia pure.
Mi si scioglie tra le dita appiccicose di ghiacciolo all’anice, mi tiene compagnia la notte, insieme ai cori di rane e cicale.
Ne lascio qualche briciola qui, per voi che mi regalate la vostra attenzione.
Read MoreTutto comincia da Fulvio Agostini.
Fulvio Agostini, il padre di Arun, originario di Trento, era un giovane inquieto e curioso, due occhi mobili da furetto indiscreto e il sogno in tasca di cambiare il mondo. Vivi, due biglie chiare e brillanti, quegli occhi lo hanno trascinato dappertutto. Sempre con quel fiuto di giornalista in erba, a seguire ogni sentore di fervore e cambiamento. -
Il bello degli universi paralleli
Ogni vita è fatta di una serie infinita di incroci e possibilità. Colte e mancate.Read More
Ogni tanto mi diverto a immaginare cosa sarebbe successo se.
Per cominciare, se quella sera lontana mia madre non si fosse fatta convincere da un’amica a uscire, non avrebbe mai incontrato mio padre, e io chissà quanto avrei dovuto aspettare per incontrare un ‘altra coppia di genitori che mi convincesse, per sceglierli come mamma e papà, e nascere. -
Dalle sagre alle radici
Una domenica in giro per sagre. Quelle tra le colline intorno a casa.Read More
Sullo sfondo, un cielo accesso di una luce sfacciata e abbacinante, inattesa.
Federico e io ripensiamo a queste feste come le vivevamo prima dei figli: arrivarci a cavallo tagliando per la strada nel bosco, i giri a vuoto con gli amici, la risata macchiata di vino. -
La dea bendata ha lo zaino in spalla
Ho più dubbi che certezze nella vita, ma una cosa l’ho intuita, a questo punto del mio cammino: se c’è un concorso con qualche cosa in palio, in genere chi si mette il premio in tasca non sono io.Read More
“Ritenta, sarai più fortunato” è una delle frasi che mi sono sentita ripetere più spesso, dalle estrazioni ai banchi di beneficenza del mio paese, ai cioccolatini Boero, passando per i vari concorsi a premi tentati qui e là.
Ma la dea bendata, che così spesso mi ha bellamente snobbata, ha deciso di cambiare rotta e sdebitarsi in gran stile.
Guardate un po’ dove verrò ospitata per un week end, con prole e moroso a seguito:
Alpen Hotel Eghel. -
La borsa dei tesori
L’ultimo giorno di asilo sono andata a prendere Lemuele, che mi è corso incontro tenendo sotto braccio una bellissima borsa dei tesori. Insieme a sacchettino, copertina e cambi vari che riempivano il suo armadietto, ci siamo portati via questa sacca di tela, tutta dipinta con le sue manine, con dentro i lavoretti fatti durante l’anno.Read More -
L’esempio in un alveare
C’era una notte fuori, piena di profumo, e una notte dentro, piena di domande.
Una fiaba: leggera, garbata, profonda.
Questo è “L’inverno dell’alveare” di Davis Bellucci. Un piccolo gioiello prezioso ben cesellato. Pieno di piccole chicche.
Per spiegarci meglio: da malata lettrice e grafomane quale sono, da sempre mi annoto brevi parti libri che mi colpiscono maggiormente, che mi fanno riflettere, che mi regalano fremiti di poesia. Le sottolineo a margine e poi le ricopio, nell’infinito file “citazioni”. Dico questo non per sottolineare il mio disagio mentale, ma per raccontare che da questo libro ho attinto una serie infinita di perle, riempiendo fogli di frasi rubate. -
Ognuno ha le ricchezze che merita
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Mappa in mano e pedalare. A Copenaghen
Sono stati tre giorni pieni, intensi, in una città nuova di zecca e piena di stimoli come Copenaghen. Nordica, ariosa, colorata, caratteristica, invitante.
Siamo partiti di notte come ladri, Federico e io, la scorsa settimana, senza l’entusiasmo che precede il viaggio, un po’ per via del debito di sonno, ma soprattutto all’idea di lasciare i bambini. Sì, perché forse l’ho già detto, ma ogni volta ho la conferma: quando hai figli diventi loro schiavo. In presenza e in assenza, è un fatto.