Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Nomen omen? Le scelte di una mamma che non si chiama Maria

On: 21 Febbraio 2013
In: la mia vita e io
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I viaggi di GulliverLemuele e Eliandro.
Sono i nomi dei miei figli, regolarmente registrati all’anagrafe.
La scelta è stata difficile e travagliata, studiata e sentita allo stesso tempo.
Non conto le volte in cui, quando ero incinta, sciorinavo agli amici liste di nomi improbabili e mi sentivo dire E che, gli vuoi male a questo bambino?
È che mi chiamo Fioly e da sempre vado così fiera dell’originalità del mio nome che non ho potuto fare una scelta diversa per i miei figli.
Sono un po’ stramba, lo so.

Fin da molto piccola, mi raccontano i miei, ero pronta a dire e ripetere il mio nome ancora e ancora, a chi non capiva se la stranezza dipendesse da una scelta originale o da un mio errore di pronuncia. Sempre con un certo orgoglio, comunque.
Quando sono cresciuta un po’, il momento della presentazione mi dava già una chiara idea dell’interesse che la persona che avevo di fronte provava nei miei confronti: i pochi che non mi chiedevano di ripetere non avevano ascoltato la risposta alla domanda Come ti chiami. Poco ma sicuro.
Non sono stata mai confusa con qualcun’altro per problemi di omonimia, per dire.
Certo, mi è capitato che amici dopo mesi di frequentazione mi chiedessero Ma come ti chiami VERAMENTE?

 

Probabilmente qualcuno, a mia insaputa, mi avrà anche derisa per questo nome così strano. Ma di certo se pure mi fossi chiamata Maria avrebbero trovato un altro modo per prendermi in giro, volendolo fare.
Quindi ho scelto nomi inusuali per i miei bambini non, come ha malignato qualcuno, per vendicarmi del mio. Ma in un modo che ho sentito adatto a loro, senza voler seguire le mode del momento o per accontentare la volontà di amici e parenti o, ancora, per paura del giudizio di chi non ama le stravaganze.
Federico si è adattato a questo mio desiderio e si è assunto il compito di depennare e scemare le lunghe liste che gli presentavo, così da fare insieme la scelta finale.
È stato magnanimo, lo so.

 

A tutti coloro che mi hanno chiesto se non ho paura che i miei figli vengano derisi per un nome non convenzionale, ho risposto che voglio sperare che la loro autostima vada ben oltre.
Perchè il sentirsi liberi dall’altrui giudizio per me è partito anche da qui, dall’andare fiera di un nome che più di altri mi ha esposta a commenti e critiche.
E poi tutto è questione di abitudine. I gusti sono soggettivi, si sa, ma sempre suscita ilarità e perplessità ciò a cui il nostro orecchio non è preparato.

Quindi nomi strani a tutti i cosi? No, semplicemente nomi che piacciono davvero a chi li sceglie, senza il desiderio di raccogliere consensi a ogni costo.

Ho pensato anche all’etimologia, al detto nomen omen: Lemuele (dal ebraico antico “dono di Dio”, “appartenente a Dio”) è il nome di Gulliver, viaggiatore per eccellenza. Quale migliore auspicio per una come me, che ha sempre il sogno di un nuovo viaggio in tasca.
Eliandro è l’unione, dal greco, di uomo e sole: gli auguro di illuminare la vita delle persone che avrà nel cuore come ha fatto con la mia.
Spero che i miei bambini si sentiranno a loro agio con i nomi che abbiamo deciso per loro. Ma soprattutto che sentiranno sempre l’amore e la cura con cui li abbiamo sognati, immaginati e scelti nel mare magnum di possibilità.

 

Il jolly è: non aver paura di ciò che si è, di ciò che si sceglie, di ciò che si ama.

 

(Con questo post partecipo al blog thank di febbraio).

 

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23 Responses to Nomen omen? Le scelte di una mamma che non si chiama Maria

  1. Dalia ha detto:

    Adoro queste parole e di tanto in tanto passo a rileggere queste parole che condivido in pieno!sin da bambina mi sono sentita fiera di avere un nome particolare e vorrei lo stesso per il mio pupo in arrivo; la considero una prioritá al punto che sono anni che annoto nomi che per etimologia o significato possano essere candidati alla scelta finale!purtroppo di questa ricca lista il papá approva poco o nulla e allora, memore di questo post ho pensato di chiederti consiglio!come sei riuscita a far capire le ragioni che si nascondono dietro questa scelta e a mettere d’accordo parenti e amici?ma soprattutto, che letture e ricerche ti hanno aiutato in questa scelta?grazie infinite in anticipo!

    • Ciao Dalia, in verità non ho cercato di convincere nessuno. A parte il papà, è inteso. Per lui ho compilato una lista con i nomi che mi piacevano e aveva il compito di depennare. Quando siamo arrivati a una scelta di pochi, abbiamo deciso insieme. Tutti gli altri si sono dovuti adeguare. Tanto sono partita dal presupposto che era impossibile mettere tutti d’accordo. L’unica cosa su cui ho accettato suggerimenti, sono stati i secondi nomi.
      Decidete voi due, il resto dei parenti, prima o dopo, imparerà ad apprezzare la vostra scelta. Per quel che riguarda le ricerche non ti so aiutare: ho guardato parecchio in rete, ma non saprei consigliarti un sito specifico. Guardati intorno, ascolta, sbircia, leggi: il nome giusto arriverà 😉
      Grazie a te, a presto

  2. Marilu ha detto:

    Brava, per le tue scelte e per il modo di raccontarle.

  3. Ciao, non sei l’unica a vivere con tranquillità e un po’ di orgoglio il fatto di avere un nome strano, io mi chiamo Selima e va benissimo così. Per il nostro bimbo avremmo voluto un nome originale ma non per forza particolarmente strano, alla fine la scelta è caduta su Sebastiano.
    Sono assolutamente d’accordo che evitare nomi strani per la paura che i bimbi siano presi in giro non solo è abbastanza sciocca, ma inutile… io per esempio venivo presa in giro per altri motivi, mai successo per il nome!!!
    Complimenti per la vostra scelta, Lemuele e Eliandro sono nomi bellissimi!

  4. Monica ha detto:

    Bello il blog e i nomi dei bimbi. Lemuele poi mi ha fatto venire voglia di leggere Gulliver, che non ho mai letto.
    Un abbraccio,
    Monica.

  5. […] Bodò dice che «il jolly è non aver paura di ciò che si è, di ciò che si sceglie, di ciò che si ama.» […]

  6. bettina ha detto:

    cara fiolyna, vorrei far sapere a tutti quelli che non ti conoscono e che non hanno assistito alla fase della ricerca dei nomi dei tuoi bimbi, che in fondo i nomi che hai scelto sono normalissimi! che dire di quando andavi in giro con fogli scarabocchiati in cui avevi annotato nomi impronunciabili, aztechi o armeni, solo per via di un’etimologia interessante?
    Dopo averti tanto osteggiato devo ammettere, grazie a questo post, che avevi ragione tu.

    ti abbraccio,
    betta

  7. Barbara ha detto:

    Questa di Gulliver nn la sapevo….allora niente piu’ meme e dado, con etimologie cosi’ importanti il nome va detto per intero e ben scandito 😉

    Deformazione professionale: refuso “…cosi’ fa fare insieme la scelta…”
    Bm

  8. pomella ha detto:

    Esattamente all’opposto tuo, stanca di avere un cognome strambo, improbabile, difficilmente pronunciabile e che mi dà sempre un po’di pasticci con il codice fiscale e l’anagrafe, e inorridita dal significato del mio nome “Claudia” (da “claudicante” cioè “zoppo”), nonchè devastata dal numero esagerato dei miei nomi di battesimo che compaiono anche nel codice fiscale (e che non sempre riescono ad essere contenuti tutti nei documenti per mancanza di spazio, con tutti i miliardi di casini inenarrabili che ne derivano), ho desiderato da sempre chiamarmi “Ada”. Magari con un cognome tipo “Bianchi”, o al massimo “Rossi” (già complicato dalla doppia “s”). Morale: ho scelto per marito un tizio che aveva un cognome “normale”, anzi, “normalissimo”. E ci ho fatto un figlio che ho chiamato “Andrea” (dal greco “aner andros”, ovvero forte, maschile; cioè insomma “figlio maschio”, nè più nè meno). Risultato: quando lo chiamo in spiaggia si voltano in dieci (tranne lui, ovviamente!). Quando vado a fare una qualsiasi prenotazione per le sue visite mediche, devo specificare anche la sua taglia delle mutande per distinguerlo dagli altri N che hanno lo stesso nome, abitano nello stesso posto e sono registrati nello stesso sistema informatico. Per il secondo figlio, in pieno panico da indecisione protratta per nove mesi, ho scelto grazie al lancio della monetina quando l’ostetrica ha detto che il bimbo aveva già un’ora di vita e avrei dovuto proprio-proprio-proprio decidermi. Meno male il terzo figlio è nato quando Andrea aveva già tre anni e ci ha tolto l’impaccio, decidendo lui per noi, con gran determinazione già al primo mese di pancia, senza mai cambiare idea. Fiuuuu! Col terzo è andata! Morale della favola: da qualsiasi lato la guardi, l’importante è che per nove mesi ci si “pensi sopra” preparando un nido accogliente e caldo per il fagottino che sta per arrivare, esprimendo -in un modo o nell’altro- la propria personalità e le nostre esclusive inclinazioni. Nel mio caso, la mia storia è questa. Nel tuo caso invece, i tuoi figli non avrebbero potuto chiamarsi diversamente da così! Un abbraccio. claudia

  9. Tulimami ha detto:

    Come potrebbe non capirti una che ha chiamato i suoi figli Romeo ed Enea? 🙂

  10. Danila ha detto:

    grande Fioly!
    [ricordo ancora il tifo che ho fatto sino all’ultimo,affinchè il tuo primogenito fosse masculo!] 

  11. Marzia ha detto:

    Questo jolly mi piace moltissimo! Il nome è importante ed è giusto scegliere per i nostri figli quello che sentiamo più giusto per loro. I tuoi bambini hanno una storia speciale legata al loro nome, è un bel punto di partenza.Tutto sommato anche il mio nome non è che fosse così comune quarant’anni fa.
    A proposito di nomi … abbiamo tutte due un Federico come marito 🙂

  12. elo ha detto:

    che bello leggere queste parole così anticonvenzionali….tra l’altro citando un grande scrittore e difensore dell’Irlanda come Swift…..non posso che condividere l’impronta di libertà che vi siete regalati…..

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