Devo aver già scritto da qualche parte che ogni viaggio insegna qualcosa. Quest’ultimo a Fuerteventura non ha fatto eccezione. Così, mentre ero là, ho cercato di appuntarmi le cose interessanti che ho notato. Che per la verità sono concetti semplici, rintracciabili con facilità nella vita di ogni giorno. Ma si sa che da lontano è più facile mettere a fuoco l’obiettivo.
Ecco qui le prime due. Non vi aspettate grandi rivelazioni o epifanie, ma solo sassetti luccicanti trovati vicino al mare, che mi piace farci un buco in mezzo e portarmeli al collo come piccoli segreti tesori.
1) Impara a rilassarti. Questo è senza dubbio un ripasso, ma quando è che ci accorgiamo dell’importanza di inspirare a fondo e rallentare, se non in viaggio? Quando cambi i ritmi e assapori gusti nuovi e la sveglia ha una faccia buona, tanto che per la voglia di vedere, il trillo non disturba.
Ci ho pensato in un bellissimo ristorante di Bentacuria, in un cortile assolato, un po’ angolo messicano, un po’ chiostro di un convento. Tutto era pace (prima che arrivassimo noi coi bimbi, beninteso) e armonia in quell’insieme verde, con poca gente, fiori e piante dappertutto, un pappagallo tra le fronde e Beethoven di sottofondo.
Mi sono ripromessa che anche a casa, durante la cena, qualche volta spegneremo la TV e ascolteremo musica classica. Magari a lume di candela, perché no.
(se poi potessi gustare quelle fantastiche papas arrugadas y mojo* sarebbe il massimo).
(se poi potessi gustare quelle fantastiche papas arrugadas y mojo* sarebbe il massimo).
2) Impara la pazienza del bruco, che non sa quando si trasformerà in farfalla.
La seconda “lezione” è nata da un’osservazione. Eravamo a Pozo Negro, un paese di pescatori formato da una manciata di case distese su di una spiaggia nera, coi piedi nel mare. Proprio lì, tra i rami di non so quale pianta, stavano aggrappati non so quanti bruchi in attesa della trasformazione, gialli e neri e cicciotteli. E tutto intorno, svolazzanti ed esibiziobiste, una nuvola di farfalle: una promessa di futuro.
La seconda “lezione” è nata da un’osservazione. Eravamo a Pozo Negro, un paese di pescatori formato da una manciata di case distese su di una spiaggia nera, coi piedi nel mare. Proprio lì, tra i rami di non so quale pianta, stavano aggrappati non so quanti bruchi in attesa della trasformazione, gialli e neri e cicciotteli. E tutto intorno, svolazzanti ed esibiziobiste, una nuvola di farfalle: una promessa di futuro.
Le abbiamo osservate a lungo, e Federico mi ha insegnato a capire quali bruchi stavano per cominciare la trasformazione. Sotto i nostri occhi, due si sono accartocciati su se stessi e son diventati crisalide. È stato un peccato dover andare via (causa esigenze dei nostri giovani esploratori) prima di vedere quel bozzo verde liberare due grandi ali colorate.
E ho pensato che dovremmo avere la pazienza del bruco, e l’incrollabile convinzione che presto ci alzeremo in volo.
– Continua –
*sono piccole patate (tipo novelle) che si fanno bollire in acqua molto salata e si mangiano con la buccia e una squisita salsa (possibilmente piccante).
Tags: bentacuria, canarie, da bruco a farfalla, fuerteventura, jolly, lezioni, papas arrugadas, pozo negro, relax, spagna, viaggio
[…] sa il suo posto, anche rivolta dalla marcia armata dell’aratro. La tenacia inconsapevole del bruco che rinasce farfalla. E vola. La tenacia che-non-si-scalfisce dell’alpinista. Che rompe i ghiacci, prova le ossa e […]
scusa ero io…
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Fuerteventura? assolutamente sì.
noi abbiamo affittato un’auto e coi bimbi l’abbiamo girata in lungo e in largo. le spiagge erano praticamente deserte (siamo andati a ottobre) e così loro potevano giocare giocare serenamente e senza rischio di scomparire tra la folla di bagnanti. il clima era fantastico, le strutture per i piccoli ci sono. consigliatissimo!
la consigli con i bambini?