Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Genesi di un amore

On: 28 Ottobre 2015
In: lettera
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genesi di un amore
C’è stato un momento che mi sono fatta protezione perché eri bambino.

Con le parole che adesso sono dei tuoi figli, con i loro stessi stupori e l’aggrapparsi alla vita come fosse una cosa facile, liana da un ramo, una cosa che ti trovi impacchettata sotto l’albero a Natale.
Semplice. Come semplice è adesso averne scordato il sapore.

 

C’è stato un momento che mi sono fatta tenerezza perché eri un ragazzo.
Giovane come l’erba nuova di marzo, con la forza di un tronco appena screziato dalle tempeste irruenti delle estati in piena.
Giovane come me e le mie mani di calendula e neve, i sogni di rivoluzione che intrecciati tra i capelli erano promesse di cambiamento urlate ai venti.

 

C’è stato un momento che mi sono fatta donna, perché sei diventato uomo.
Con scarpe robuste e passi che tentennano poco, solo per l’ombra di un pudore.
Con i dubbi che scavano crepe tra le promesse cieche e le certezze sceme di prima.
Con vita più vissuta che raccontata tra le mani e il cuore: adesso sai che non serve gridare per fare rumore.

 

C’è stato un momento che mi sono fatta grande perché sei diventato padre.
Padre dei figli generati da un innesto delle nostre carni. Tu giardiniere capace di germinare piante, questa volta hai generato vita.
Tu, con me, abbiamo dato un futuro al mondo: il solo possibile, per noi.

 

Ci sarà un momento che mi farò balsamo perché sarai vecchio.
Per il dolore inevitabile del non saper fermare le lancette. Nemmeno per poco, per restare allacciati ancora, come quando ragazzi ci siamo immaginati in una bolla di sapone che non scoppia, che solamente naviga dove vogliono i venti.
Era facile, allora, non credere alla luce occidua della sera.

Ci sarà un momento che mi farò luce.
Per il buio della notte che dovrà venire, ma che come ogni notte terrà stretto tra le sue mani di misericordia un germoglio d’alba.

C’è un momento che si fa presente.
Questo nostro, da difendere dagli assalti di paure, dai rimpianti e le malinconie.
Questo nostro, adesso: tutto ciò che esiste e che ci rende -oggi- immortali.

Amore mio.

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