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Mentre cammino, mi spoglio
Ce lo ha spiegato anche Coelho. Affrontare un viaggio è come rinascere. È vedere le cose con occhi bambini, non capire la lingua che usano coloro che ci stanno intorno. È doversela cavare, avventurarsi, scavare, librarsi.Per me viaggiare è partire alla ricerca di segni. Piccole tracce, nascoste nel mondo, che mi riportano a ciò che sono. A quello che sapevo ma che ho dimenticato. È trovare ben, nascoste, tra le pieghe delle cose, qualche presagio sussurrato delle strade che sceglierò. -
Un viaggio per quattro
Mi sono portata a casa un po’ di conchiglie. Di quelle piccole e bianche. Non si sente il rumore del mare, ma quello lo ricordo bene.
Quello delle onde che ruggiscono furiose sugli scogli, quelle gentili che s’affacciano timide negli specchi di certe lagune, quelle che si susseguono, mai uguali, su spiagge bianchissime e luminose o su lucide distese nere, e quelle selvagge in mare aperto. -
Ma vedrà, tra qualche anno andrà meglio
Siamo appena tornati dalla vacanza in montagna: possiamo dire di avercela fatta.
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Con i dovuti aiuti, si intende. Ed è stato bello, questo momento per noi tre. Riposante no, quello non me lo sentirete dire. E probabilmente sarà così per le vacanze dei prossimi quindici anni, stando a quello che raccontano genitori più rodati e con più anzianità di servizio (incoraggiamenti mai, eh). (altro…) -
L’arcano (e Sehnsucht)
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Schiaccia “pause”. A Folgaria
Premio ritirato: lo scorso fine settimana, gita di gruppo a Folgaria, in Trentino.
La partenza, per la verità, non lasciava presagire nulla di buono: siamo quasi entrati nel guinness dei primati impiegando circa 10 ore per percorrere 400 chilometri. Autostrada deviata e coda, non se ne usciva. Non scenderò in dettagli raccapriccianti, vi basti pensare ai due monelli immobilizzati nei loro seggiolini nel pomeriggio più torrido dell’estate. Ecco.Poi, però, siamo stati ampiamente ripagati della fatica: dopo un sonno rigenerante siamo partiti alla scoperta di quel posto da cartolina.Read More -
Mappa in mano e pedalare. A Copenaghen
Sono stati tre giorni pieni, intensi, in una città nuova di zecca e piena di stimoli come Copenaghen. Nordica, ariosa, colorata, caratteristica, invitante.
Siamo partiti di notte come ladri, Federico e io, la scorsa settimana, senza l’entusiasmo che precede il viaggio, un po’ per via del debito di sonno, ma soprattutto all’idea di lasciare i bambini. Sì, perché forse l’ho già detto, ma ogni volta ho la conferma: quando hai figli diventi loro schiavo. In presenza e in assenza, è un fatto. -
Regalo di compleanno con rapimento
La regola è: ogni occasione è buona. Per una che, come me, in un ‘altra vita è stata certamente nomade, nessuna occasione di viaggio viene sprecata. Fosse pure una gitarella veloce nel paese dietro la collina.Read More
Così, quando a febbraio Federico ha compiuto 40 anni, il regalo l’ho fatto anche a me (del resto, se una coppia deve dividere la cattiva sorte, a maggior ragione dovrà farlo con la buona, no?). E ho prenotato un pacchetto in offerta, volo più hotel. -
Metti due pescetti nell’acquario
Una domenica al mese: con Federico abbiamo deciso di concederci almeno questo, visto che lui il fine settimana lavora. Una domenica al mese da passare insieme, noi due e i bambini. Non è molto, ma è un buon inizio – mi ha assicurato il mio trainer di bicchieremezzopienismo.
Così la nostra giornata d’aria dinovembremarzo l’abbiamo trascorsa a Genova, all’acquario. -
Istanbul e le notti in terrazza al canto del Muezzin
Istanbul, agosto 2008. In viaggio: io, mia sorella, due amici di infanzia.
Sono stati dieci giorni buttati lì quasi per caso, una manciata di coriandoli sparsi su un anno difficile, di cambiamenti.
Ci siamo portati dietro, tutti e quattro, un qualche tormento sentimentale al guinzaglio (ma lungo): chi una donna in fuga, chi una storia che svapora ma ancora graffia come un gatto arrabbiato, chi l’ultimo capitolo di un libro che non si vuole chiudere, chi un nuovo amore, fragile come un bocciolo di stella alpina. -
Gita per due
Erano passati più di due anni dall’ultima volta che mi ero allontanata da casa senza i nani. Ovvero, non era più accaduto da dopo la loro nascita. Invece la settimana scorsa Federico e io abbiamo piazzato i bimbi uno per nucleo di nonni e siamo fuggiti in montagna per ben 3 giorni e 2 notti.Read More