Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

  • Istanti rubati ad #agosto2015 (speciale Obra)

    On: 25 Agosto 2015
    In: istanti rubati, la mia vita e io, viaggi
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    vallarsa, trentinoCi sono cose che si fanno soltanto in montagna ad agosto. Ad esempio, le cene della contrada nel prato davanti a casa, ognuno cucina qualcosa, i bambini giocano con le bici e i palloni e se ne vanno in giro a cercare i ghiri lì intorno, che quest’anno ce n’è un’invasione.
    A fine serata tutti –eccetto i bambini- si beve grappa, scegliendola tra una decina di tipi, e si intona (si fa per dire) Quel mazzolin di fiori e Vecchio scarpone.

    vallarsa, trentinovallarsa, trentinovallarsa, trentinoIn montagna ad agosto i tuoi figli scalano alberi e tu pensi che era giusto ‘sta mattina, o ieri al più tardi, che su quei ciliegi ti arrampicavi tu, che allora avevi i codini e le ginocchia sempre spelate. Ora ci sali ancora, dietro tuo figlio, e lo guardi da basso, con le braccia pronte alla presa e il cuore a strappi. (altro…)

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  • Istanti rubati a #giugno2015 (speciale Santiago)

    On: 20 Luglio 2015
    In: istanti rubati, viaggi
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    Il Cammino di SantiagoGiugno ha avuto dentro diverse cose: la fine di un altro anno di asilo, un principio d’estate, un concerto di Vasco, una Settimana Ragazzi in maneggio. Per dirne qualcuna.
    Ma questo post sarà un collage di attimi dal Cammino di Santiago. Non sono foto di qualità (del resto non sono fotografa né tanto meno di qualità) ma hanno di bello il modo in cui sono state fatte, sul passo delle vie galiziane. Mano al marsupio e scatto. Sono immagini di passaggio, senza rallentare, senza nulla concedere alla posa, al fuoco, al dettaglio. Sono foto che camminano. Così quando le guardo, ora o tra dieci anni, ritrovo la fatica, il sudore, il desiderio di fermarsi a riposare e la necessità di andare, per non perdere il ritmo.

    Il Cammino di SantiagoIl Cammino di Santiago

    Ci ritrovo un attimo di tregua tra i riflessi di un ruscello gelido che gonfia il ventre ombroso e accogliente di un bosco, ci trovo le luci al tramonto di un paese che ci stava aspettano -in quell’ora precisa che i suoi muri di pietra si fanno gialli contro un cielo il bilico tra azzurro e blu. E dalle stradine di fianco alla piazza arrivano bambini -pallone incollato al piede- seguiti da greggi di schiamazzi spagnoli.

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  • Il mio cammino di Santiago – Bignami

    On: 30 Giugno 2015
    In: la mia vita e io, viaggi
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    cammino di santiago, fisterra Non sono venute risposte, durante il Cammino di Santiago, e nemmeno le domande. Solo qualche conferma e molti semi di riflessione, che sento muoversi nella terra fonda, mentre non ci faccio caso, e ci saranno i giorni per bucare la crosta di fango che li divide dal giorno.

    E’ stato un viaggio condensato, troppo breve per entrare davvero nello spirito del cammino, per allontanarsi con onestà dalla prova fisica. Ma lungo abbastanza per vedere che mi piace: mettere un passo avanti all’altro forzando gambe e fiato, forzando i piedi a posarsi dritti, le ginocchia a non cedere, i pensieri a non contare i chilometri di mezzo tra te e un punto d’appoggio.

    Ho capito che i dolori e la fatica sono ondivaghi, e quando credi di essere al limite il corpo risponde, a sorpresa, con un passo. E un altro ancora.
    Ho visto che anche sulla strada per la bella Santiago, mentre ti sforzi di purificare la pelle in tossine e sudare via i ricordi che fanno zavorra, anche lì t’incazzi se il cielo si addensa in pioggia, o se un cane di passaggio, vagabondo quanto te, s’ingoia il sacchetto di cibo messo via per pranzo. Poi ci ridi. Dopo, quando avrai la pancia piena.

    Capisci che anche lì c’è chi allestisce la solita sfida tra sé e una pletora di avversari immaginari e sciorina chilometri e tempi di percorrenza, come alle corse campestri che da ragazza odiavo e che mi costringevano a fare, non certo per la potenza della falcata ma per l’ostinazione di arrivare al fondo.
    E anche lì c’è chi parte capace di non tornare, folle d’entusiasmo e di santa incoerenza, alla ricerca dei pezzi di un puzzle che prima o dopo, per qualche strada, in qualche vita, combaceranno per forza. (altro…)

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  • I panni del pellegrino

    On: 4 Giugno 2015
    In: la mia vita e io, viaggi
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    la carta del pellegrinoHo usato la scusa del quarantesimo compleanno almeno una decina di volte. Del resto dovevo pur consolarmi per aver abbandonato la comfort zone degli enta.
    Così ho deciso di regalarmi un tatuaggio (ma alla fine Federico me lo ha regalato lui), un tablet per scrivere meglio durante la transumanza quotidiana da casa a ufficio e viceversa, un ciondolo con il mio simbolo (sarebbe una spirale, l’ho deciso quando ho visto la collana in vetrina, più o meno), una donazione a un’associazione di cui mi fido, un paio di maglie scovate al mercato intorno alla data del genetliaco, una settimana in più di ferie, una cena con la famiglia e altre cosette sparse.

    Mi sono festeggiata come si deve. Ma il piatto forte di questo banchetto che mi sono apparecchiata deve ancora venire. E lo farà precisamente domani, con il volo che parte da Bergamo nel pomeriggio: si tratta di una settimana sul Cammino di Santiago insieme a Cristiana, amica di una vita, pronta anche lei a scorticarsi gli alluci per seguire la Compostela.

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  • Terra di confine

    On: 27 Aprile 2015
    In: foto, viaggi
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    essaouira
    La vita in Marocco è sulle terrazze. Anche a Essaouira. Salgo su quella del Riad dove alloggiamo, il mattino presto quando il sole ancora vacilla dietro la liena frastagliata dell’orizzonte, a ridosso dell’Oceano.

     

    Mi siedo e lascio fare al mondo.

     

    Case bianche e finestre blu fin dove arrivo a vedere, minareti contornati in mattone, spiaggia lunga distesa dove s’accavallano onde basse, regolari come sentinelle. Palme che imprimono le prime ombre precise nei muri chiari della medina.

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  • Lezioni di viaggio #3 – Del gusto, della gentilezza e della lentezza

    On: 23 Marzo 2015
    In: foto, viaggi
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    essaouira, marocco

     

    Viaggio in Marocco, altre tre cose.  Le ultime.
    7 Come in ogni viaggio, abbiano fatto alcune interessanti scoperte culinarie. Per esempio,  una sorta di grissini dolci a Demnate.  Ho adorato, a Marrakech,  il succo di avocado, che fatto a quel modo non avevo mai assaggiato prima.
    I bambini si sono appassionati al grande classico marocchino: il tè alla menta.

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  • Lezioni di viaggio #2 – Uno stile di vita alternativo e lo stupore dei bambini

    On: 9 Marzo 2015
    In: foto, viaggi
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    dintorni di essaouira, marocco

     

    4 Uno dei luoghi che proprio mi affascina del Marocco, e della fetta di mondo che ho visto, sono i villaggi berberi.
    Abbiamo visitato quelli che si abbarbicano nelle valli in torno a Demnate. Li abbiamo attraversati in auto fiutando la direzione perché i segnali sono pochi e quasi incomprensibili; siamo andati avanti e avanti, fino a quando non abbiamo trovato la strada interrotta per lavori. In quei due giorni mi è sembrato di essere sospesa in un luogo fuori dal tempo.
    Mi dà una strana sensazone pensare a quanti modi diversi ci sono di vivere. Come tra queste case di terra che si confondono con il paesaggio, che devi forzare l’occhio per metterle a fuoco in lontananza. Dove la gente vive senza agi, spostandosi a dorso di mulo. Dove le persone che incroci per strada, vecchi, adulti e bambini, non ti negano uno sguardo e un sorriso.

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  • Lezioni di viaggio #1 – Due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai (cit.)

    On: 23 Febbraio 2015
    In: foto, viaggi
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    laguna di oualida, marocco

     

    Ho quasi 40 anni e pochissime certezze. Ma di una cosa sono sicura: ci sono periodi della vita in cui si impara di più, più in fretta. Molto spesso, questi momenti particolari coincidono con un viaggio, con il fatto di chiudere la valigia e uscire, anche per poco, dalla propria zona comfort.
    E anche le due settimane in Marocco mi hanno insegnato -o mi hanno aiutata a ripassare – un po’ di cose.
    Qui le prime tre.

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  • L’alba a Demnate

    On: 16 Febbraio 2015
    In: viaggi
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    demnate, marocco

    Svegliarsi e attraversare una città straniera a ridosso dell’alba è comunque e sempre un’emozione.
    E sta tutta lì, in quel primo caffè consumato in piedi contro il bancone, mentre fuori il cielo comincia a schiarire a est, oltre le mura ocra e centenarie della kasbah.

     

    Dalla piazza di spandono grida, arrotate da folate di vento caldo, insieme a odore di frutta, insieme a odore di brace, insieme a odore di mimosa. Fiorita e piena in novembre.
    Uomini si radunano con lunghi bastoni, in attesa del furgone che li carichi per andare a lavoro, a battere gli ulivi. Per la strada s’affacciano donne con la tunica e il velo, sfrecciano taxi come auto della polizia. In alto, enormi nidi di cicogne accovacciati sulle cime dei minareti. Nessuno straniero in giro, né quel mattino né i giorni a venire: solo gente del posto disabituata alle mode d’oltremare.

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  • Emilio

    On: 26 Gennaio 2015
    In: la mia vita e io, viaggi
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    emilio e federico

     

    Mattino di gennaio in montagna. Un gennaio un po’ anomalo, a dirla tutta, che come clima ricorda più un marzo clemente. Dopo una buona colazione, Federico e io ci avviamo a scoprire i dintorni di Chamois. Sfidiamo una strada lastricata di ghiaccio, io batto un paio di culate,  nonostante il mio sangue montagnino, per via di stivaletti non proprio adatti a una spedizione antartica e l’amica Nikon che mi pencola al collo.

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