Borghetto Santo Spirito è attraversata dai binari. Esci dalla spiaggia e il treno ti passa così vicino da scompigliarti i capelli. È successo un giorno, mentre ero lì, che sono uscita dai bagni, e appunto stava passando un treno e affacciato a un finestrino c’era un uomo, avrà avuto i miei anni, con un cappello di paglia in testa (non ho capito come facesse a non farlo volare via). E quest’uomo faceva ciao con la mano a un bambino che lo guardava incantato, con un sorriso così bello, ma così bello, che avrei voluto fosse per me.
L’uomo con il cappello di paglia è durato un istante, trascinato via dal suo vagone, ma mi ha lasciato addosso una scia di buonumore e tenerezza, una cosa che ho deciso di custodire, per ricordare come alle volte basti poco.
Al mare bastava una passeggiata all’alba per aggiustarmi la giornata, la bellezza di starmene sola in un paese che si sveglia, e poi la bellezza di tornare a casa e vedere la patina di sogni sugli occhi a fessura dei miei figli.
Bastava un caffè con un viaggio da inventare e una storia da scrivere.
È bastato aprire un giornale e leggere, tra tante miserie, che c’è pure gente che ha voglia di andare in aeroporto a dire Benvenuto a chi arriva da lontano con valige di abbandoni, e poco altro.
A volte basta un sorriso intravisto da un lungomare, un lampo bianco sotto un cappello, e una mano sventolata a bandiera per un bimbo che ride.
Il jolly è: far durare sempre la felicità dei bambini quando guardano passare i treni.
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