Vengo dalla montagna ma non è pietra il mio cuore.
È piuttosto canto di torrente inquieto, tumultuoso quando le piogge lo gonfiano, torbido nelle limacciose pozze agitate d’ombre ma pronto a riprendere il viaggio verso balzi e crinali, verso una provvisoria quiete, dove impararare a far da specchio alla sera.
Non è pietra ma greto malleabile o umido muschio, verde come le bottiglie bevute insieme dentro una pineta ordorosa, mentre luce piove e grandina dentro i bicchieri.
Acqua in cammino e roccia che resiste al flusso, così è il mio cuore:
tempo che scorre senza sapere dove,
tempo che resta senza capire come.
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