Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Per svegliare la primavera

On: 28 Febbraio 2019
In: lettera
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Mia madre mi raccontava sempre di una cosa che facevano in paese quando era bambina.
Una certa sera, alla fine dell’inverno, bambini e ragazzi si armavano di pentole e mestoli e campanacci e si riversavano per le strade battendo i coperchi e urlando e cantando e chiamando a gran voce per svegliare la primavera.
Io me li vedevo. Una piccola processione nella notte, tutt’altro che silenziosa, un gruppo sparuto di bestiole allegre, il buio sopra sotto e intorno, la terra ancora dura ma già disposta a schiudersi, gli scherzi dei ragazzi, i brividi di eccitazione e freddo dentro i giacconi e magai la luna, magari un cielo ingombro di stelle altissime sopra le cime delle montagne e giusto più in là, acquattata nella penombra, la bella stagione a promettere giorni luminosi e caldi come melograni sotto il sole.
Non è molto che ho scoperto che questo rito si ripeteva ogni 28 febbraio, ovvero il giorno che te ne sei andata, mamma, 14 anni fa. Da allora è più facile immaginarti. Immaginarti partire una notte che ricordo nerissima e fredda sulle scale bianche dell’ospedale, mentre cadeva una neve leggera e fuori stagione, ma al mattino, potrei giurarci, al mattino arrivare alle nostre montagne fiorite di crochi e minuscole foglie nuove.
Buona primavera a te, mamma, e qualche volta, se puoi, batti un colpo di pentola e scuoti un campanaccio, che io ti senta da qui.

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