1. Non arrabbiarti ogni volta che lascio in disordine i giochi. Insegnami a mettere a posto, ma ricorda che per me, gli animaletti della fattoria e i lego sono bellissimi mischiati sul pavimento.
2. Se dico che voglio fare l’aviatore e dieci minuti dopo il supereroe, alla nonna il pompiere e allo zio il pittore, lascia fare: sono bambino e ho la vita tutta intera da inventare.
3. Se voglio dormirti abbracciato, goditi il momento e fai bei sogni, come me. Se non ne hai di belli abbastanza, ti impresto i miei.
4. Non ti innervosire se hai qualcosa di importante da fare e io non ti do tregua, se ti voglio accanto subito: per me non c’è niente più importante di te.
5. Se dico qualche piccola bugia, non mi fraintendere: non è per mentire, ma perché la mia immaginazione non è ancora atrofizzata come quella dei grandi. Non è menzogna: quella che nasce nei miei desideri, è la verità più profonda che so.
6. Non trattarmi con superficialità: non c’è niente di peggio che qualcuno che faccia sentire stupide le tue emozioni.
7. Non dirmi in continuazione sbrigati, fai in fretta, siamo in ritardo: ricorda che chi sa dare valore al tempo sono io, non tu.
8. Se maltratto il fratellino o la sorellina, riprendimi senza umiliarmi: è solo perché il mio grande amore sei tu e sono certo che se ci pensi bene riesci a comprendere la gelosia che provo.
9. Se piango e batto i piedi e grido quando voglio qualcosa, anche se quel qualcosa a te non piace, spiegamelo con dolcezza: non ho ancora imparato a mediare, non conosco le regole che usate voi grandi per esprimere bisogni e desideri.
10. Se qualcuno mi rimprovera o mi prende in giro perché sono piccolo, non ti alleare con lui: ho sempre pensato che siamo una squadra, noi due.
11. Non lavorare sempre per avere soldi, tempo, una casa più grande per me domani: io mi nutro del presente ed è adesso che ho bisogno di te. La nostra casa va benissimo così e non sono i giochi che mi mancano, ma la possibilità di usarli insieme a te.
12. Non mi serve più denaro, più giocattoli, una casa più grande: mi serve il tuo tempo per crescere, i tuoi occhi per imparare a vedermi, le tua mani per aggrapparmi quando inciampo. Mi serve il tuo sorriso per imparare a ridere e la tua voce per imparare a cantare. La mia vita è una parola di cinque lettere: mamma.
Stai con me: lentamente. Non controllando il tuo orologio, ma ascoltando il battito del mio cuore.
Invece l’operatore che ora mi guardava dal vano della porta, con la maglietta troppo grande ritrovata in una scatola di cartone lungo una rampa d’accesso della Grand Central Parkway – io conoscevo le sue storie, lui le mie -, diceva che quelle illusioni erano angeli: gli angeli della consolazione che si mostravano solo a pochi, in tarda età. Se li vedevo, diceva lui, era perché avevo salvato la vita a qualcuno. (Alice McDermott, Qualcuno)
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Stupendo!!!!
Mi hai fatto commuovere e venire una tremenda voglia di andare a prenderli a scuola e spupazzarli tutti i miei due ometti!
grazie! allora spupazzali un po’ anche da parte mia 🙂
bellissimo.
grazie 🙂