




Conciati come zingari, felici come uomini liberi.
Socchiudo gli occhi -lucertolante- ed è bello, mi lascio baciare dal sole, che tanto non faccio peccato. E penso che questo mi basterà per sopportare ancora la vita da pendolare.
Purché ci sia ad aspettarmi, alla fine della fatica, un pomeriggio inatteso di sole e i miei figli impiastricciati di fango e felicità.
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….aria buona, uova fresche, insalata dell’orto …. e non avremmo bisogno di lavorare e contare i minuti! occorre però eliminare la buca delle lettere per non ricevere le tasse! …. W il fango!!!!
Ele, la tua idea mi piace.
proviamo? 🙂
Accidenti… due ore!!!! E io che mi lamento che da casa mia all’ufficio ci sono 35 minuti scarsi!!!!
Un abbraccio
Francesca
😀 ma guarda, pure io fino a qualche anno fa arrivavo nella metà del tempo e mi lamentavo uguale!
un abbraccio a te
adesso che anch’io vivo tra fango e gemme che luccicano al primo sole posso dirlo, ti capisco! E ne vale davvero la pena!
vero? non è sempre facile ma ne vale davvero la pena