Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Piccolo Cuoco e Babbo Natale: storie di dissidenza all’asilo

On: 20 Dicembre 2013
In: la mia vita e io
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recita all'asiloRecite all’asilo, anno secondo. E naturalmente quest’anno sono state due. Primo a esibirsi è stato Eliandro, piccolo tra i piccoli con un buffo capello da cuoco in testa e due baffetti ricci tirabaci. Bello, lui.
Le maestre hanno avuto il tempo di presentare i cuccioli, raccontando che hanno preparato i dolcetti per la festa di Natale, ed ecco che il mio valoroso chef, accompagnato da alcuni colleghi, è scoppiato in lacrime e ha teso le braccine verso il pubblico. La mamma, dopo poco, non ha resistito alla tentazione di andargli incontro sorridente e…

 


No mamma, via. Nonno, vojo “.
Ho guardato il suo musino sotto i baffi, per indagare se ci fosse margine di trattativa. Non c’era:  non ho avuto altra scelta che chiamare mio padre, che venisse a prendersi il mio figlio traditore.
Comunque la sua arrabbiatura è sfumata non appena le maestre hanno dato libero accesso alle torte.

 

recita all'asiloDue giorni dopo, si è esibito Lemuele. Quando sono arrivata trafelata nella palestra in cui stavano per esibirsi, lui era già lì -un bel berretto rosso in testa e una stellina appesa al collo- e stava animatamente discutendo con suo padre dell’eventualità di non unirsi al gruppo sul palco. E’ bastato poco per raggiungere il compromesso: saremmo andati insieme. Così, per il secondo anno di fila, ho partecipato attivamente alla recita dell’asilo. Solo che stavolta Lemuele non si è accontentato che rimanessi lì a fare da soprammobile, no. Ha preteso che cantassi e mi muovessi come loro. Sarò sembrata un albero di Natale impazzito, ma che ci vuoi fare. Almeno lui si è divertito.

 

Sì perché poi lì vicino c’era un altro bimbo che strillava disperato – come la maggiorparte, a dirla tutta. La mamma gli si è avvicinata e gli ha urlato addosso, di finirla, che non si fa così. Mi sono chiesta cosa avrà pensato di me, la mamma chioccia che si ferma a fare la buffona per non far piagnucolare il figlio, che così non crescerà mai, bla, bla, bla.
Poi però, subito dopo, mi sono chiesta:  ma questa è la gara dei genitori, per capire chi abbia allevato il figlio più disciplinato? O è la festa dei bambini, fatta apposta per loro?

 

Così mi sono data una pacca sulla spalla e son rimasta lì, a fare la mia porca figura di campana rotta in preda ad attacco epilettico (tanto sicuro che la gara non l’avrei vinta io, figurati!).
Ci siamo divertiti, mi sono un po’ emozionata anche, quando ho visto il video dei preparativi alla festa. Sono una mamma cuore di burro, devo averlo già scritto da qualche parte.
Probabilmente i miei figli non prenderanno mai nessuna medaglia per l’esecuzione di un ordine ma, io credo, nel frattempo ce la saremo spassata un bel po’.

 

Il jolly è:  imparare dai bambini che non si può avere tutto sotto controllo, e non si può piacere a tutti, chìssene. Meglio divertirsi gustando il momento. Sia sempre benedetta l’improvvisazione.

 

PS a tutti i genitori a cui, anche quest’anno, ho rovinato foto e filmini:  perdono.
recita all'asilo
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4 Responses to Piccolo Cuoco e Babbo Natale: storie di dissidenza all’asilo

  1. Marzia ha detto:

    Sei stata una grande! Ma cosa serve avere tutti quei bambini stanchi e piagnucolanti quando la festa dovrebbe essere appunto solo per loro.
    Io ho il tuo stesso cuore di burro, anche peggio e nonostante tutto non ho ancora trovato una buona ragione per cambiare idea.
    Buon Natale a tutti voi e continuate a spassarvela così che siete bellissimi 🙂

  2. Robin :D ha detto:

    Hai ragione, non c’è nessuna gara, e in questo caso non si tratta di obbedire ad un’ordine ma di sentirsi a proprio agio in una situazione diversa dal solito e in cui si è al centro dell’attenzione.
    Se i bambini possono esprimere il loro disagio impareranno anche ad affrontarlo e magari superarlo, se soffochiamo le loro emozioni e sentimenti saranno sempre “monchi” e magari si sentiranno inadeguati.

    Comunque ci sarei andata anche io sul palco, ma per il quarto anno consecutivo D è ammalato e quindi ci perderemo l’ennesima festa scolastica di Natale. Sarà mica un messaggio subliminale?

    • Fioly ha detto:

      ah ah in effetti è da prendere in considerazione che non sia un caso 😉
      la penso esattamente come te: una recita non deve essere un banco di prova, ma un modo diverso di stare insieme

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