Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Tony Pagoda ha ragione

On: 7 Ottobre 2012
In: ospiti
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“Carissimo, tra me e il mondo c’è una patina di equivoci”

Ho sempre pensato che trovare un BEL libro è un gran regalo che si fa a se stessi, oltre che una considerevole botta di culo.
Intendo uno di quelli che leggi tutto bello concentrato, anche quando stai in piedi in tram all’ora di punta e con l’autista che pare uscito, ubriaco, da un incontro motivazionale di piloti rellisti. Lo stesso stai lì, assorbito e fagocitato dal tuo mondo di carta e parole, in totale balia dell’autore, a leggere e rileggere una stessa frase perché ti pare una roba intelligente di quelle che vorresti tanto aver pensato tu.

Se volete un libro così, leggete “Hanno tutti ragione” di Paolo Sorrentino, che ho scoperto -tardi- grazie alla mia saggia sorella.
Questo regista e autore ha uno stile così originale e immaginifico non puoi che chinare il capo davanti a tanta anarchica improvvisazione.

La storia è quella di un cantante melodico napoletano che ripensa la propria vita e aggiunge nuovi capitoli a un’esistenza poetica, scanzonata e greve al tempo stesso. Come tutte le esistenze.
Come tutti i grandi talenti, Sorrentino sa strappare una risata facendo riflettere sul senso profondo delle cose. I colpi di scena non mancano, ma la cosa che ti tiene incollato alla vicenda è quella prosa stupefacente a forza di mitragliate di grandi verità travestite da cazzate ed elargite come perle ai porci.

Ci sono ritratti struggenti, grandi dilemmi, una carrellata dei vizi umani che pare di stare in un girone dantesco. Ma c’è anche una grande comprensione e compassione per le debolezze di chi ogni giorno si trova a fare i conti con questa sconosciuta piena di pretese che è la vita.

Perché uno per tutta la vita vorrebbe essere un ragazzo, mica uno scherzo invecchiare. Non credo proprio. Comunque, bisogna pur sbrigarla la pratica dell’esistenza. A forza di derapate lente.

E alla fine mi colpisce proprio lì, affilato e cattivo, mettendo il dito rigirando per bene nella piaga madre della mia insonnia: il tempo che svapora e annacqua le tinte, la bugia facile che racconta la voracità onnivora della giovinezza come una moneta sempre in corso.
Cose ritrite, per carità, ma dette con parole che non si lasciano ignorare. (Ero io, nel finale, il bambino che chiede a mamma e papà se sono immortali).
Forse questo libro ha un difetto: manca l’antidoto alla caterba di pensieri disturbanti che con grazia ti si infiltrano tra i neuroni. Ma mi è venuto il dubbio, e da un pezzo, che la mancanza non sia del libro.

“Sembravano fuochi, ma erano miccette che facevano fetecchia” diceva mia madre un tempo con un furore che ci produceva vertigini di paura fallimentare. Una sintesi colossale della mia vita e della vita di tutti gli altri, questa frase di mia madre. 

Ho sempre pensato che il solo pregio dei racconti poco riusciti è la speranza che prima o poi, magari, pubblicherò qualcosa anche io. Mentre il solo difetto dei libri scritti maledettamente bene è che mi tolgono quest’illusione.
Per questo “Hanno tutti ragione” mi ha fatta orrendamente incazzare. Dannato genio di un Sorrentino.

Comunque hai ragione tu, Tony Pagoda, scaltro e avveduto di un mariuolo:
In ultima analisi, dico io, la vita è una favolosa rottura di coglioni.

Il jolly è: leggere. Tanto e bene.

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3 Responses to Tony Pagoda ha ragione

  1. norma jane ha detto:

    anche a me questo libro è piaciuto moltissimo

  2. La Rejna ha detto:

    ““Si deve sempre portare un grande rispetto a chi ti ha fatto del male”

    per me la frase definitiva.

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