Giochiamoci il Jolly: Blog di Fioly Bocca

Sognando il telelavoro (post altamente lamentevole)

On: 2 Settembre 2012
In: sproloqui
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bimbi sul busMi mancherà. Questa seconda meravigliosa maternità a casa coi miei bambini, a occuparmi di loro, a seguirli passo a passo, ad avere come priorità ogni loro piccolo traguardo. Mesi bellissimi, complicati, memorabili.

Eliandro è nato a fine dicembre ed è arrivato il momento di tornare al lavoro. Riprendere le vecchie abitudini, il tran tran, tutta quella litania di auto, treni, autobus e coincidenze al pelo che mi portano ogni giorno a guadagnare la meta con un safari nella giungla metropolitana. Ma 4 ore di viaggio quotidiane sono davvero troppe.
Lo erano anche prima, ma ora pesano di più, perché sono 4 ore che sottraggo a giochi-nanne-pappe-gite. Non so come risolverò questa situazione, so che qualche aggiustamento è necessario. Lavorare è essenziale, di questi tempi, e inoltre non reggerei a lungo senza un’attività soltanto mia.

Ma è un dramma, per le donne che non vogliono o non possono scegliere tra pupi e carriera. La mia azienda, che pure per certi versi è piuttosto all’avanguardia, non prevede il telelavoro. E questa è una lacuna perché ne trarrei vantaggio io, ma anche i miei datori di lavoro. Una persona che non debba affrontare la transumanza ogni giorno ha molte più energie e risorse da dedicare alla propria attività.
E nonostante ciò non posso che ritenermi fortunata, visto che uno stipendio ce l’ho.
Serve un po’ di lungimiranza, in questo Paese, per capire che una politica a misura di mamma, di donna, o anche semplicemente di persona è necessaria almeno quanto la busta paga a fine mese (che possibilmente sia sufficiente a garantire una vita dignitosa fino a quella successiva)

Dovrò trovare qualcosa per arrangiare la situazione, che sia a misura di mamma e a misura di Fioly. Piano piano, col tempo. Non perdo le speranze.
Per adesso cerco di vedere il lato positivo della situazione. Chiaramente a parte la sveglia alle 6 dopo una notte di risvegli a intervalli (ir)regolari: in quello non trovo alcunché di sopportabile, nemmeno con i miei occhiali rosa fissi sul naso. Però c’è il piacere di rivedere alcune persone, l’allontanarmi un po’ dalla routine tutta casalinga, fare delle cose che siano arricchenti per me, imparare qualcosa (diciamo che questa è la speranza).

Però quanto è difficile. È come se sentissi di abbandonarli, per quanto mi sforzi di essere lucida e razionale mi vedo davanti agli occhi quei loro faccini risentiti e pieni di rimproveri.
E scopro che cos’è il senso di colpa della mamma. Una vera e propria patologia, io credo, degna di trattamento scientifico almeno quanto la sindrome premestruale.

Cavolo se mi mancheranno, questi mesi passati. Mi mancherà svegliarmi in mezzo ai miei due bimbi che durante la notte sono arrivati –arrancando nel sonno o mendicando passaggi- fino al lettone. Che mi tirano i capelli, mi coprono di baci e carezze. Di capricci e di sorrisi. Mi mancherà scendere con la calma di chi non ha treni da prendere a guardare i cavalli nella stalla, a fare la spesa con il passeggino.
Le passeggiate in paese a scambiare due parole con chi si incontra in giro o all’unico negozio raggiungibile a piedi. Una bella colazione al bar ogni tanto (no, pausa giornale purtroppo esclusa: sarebbe chiedere troppo ai bimbi) o un aperitivo nella terrazza sotto il castello, con quella vista sui colli che ti mette quasi le ali e ti mette in pace anche coi capricci di Lemuele, che pretende battendo i piedi la terza acqua e menta.
Gironzolare senza meta e senza fretta, metterli a nanna dopo pranzo in un groviglio di coccole e capriole sul letto. E accorrere quando chiamano dopo il sonnellino, con i capelli sudati e scompigliati e gli occhi ancora pieni di nanna e di immagini rubate ai sogni.

Mi mancheranno persino i momenti di burrasca, quelli in cui vorrei solamente esistesse il teletrasporto e una destinazione qualunque a portata di schiocco di dita. Mi dispiacerà lasciarli il mattino ancora nel sonno, come un ladro che fugge di soppiatto. Mi mancherà questo tempo dilatato che non è quello delle vacanze che aspetti a lungo, ma quello che ti accoglie in un abbraccio lento e rassicurante, che sembra non dover finire. E invece, come tutto, si è trasformato in pagine di diario e fotografie.

Lo so, detta così sembra quasi che debba trasferirmi per un anno all’altro capo del mondo. Lo so, lo so che sarà bello tornare per abbracciarli la sera e so anche che dopo qualche giorno immersa nelle nuove abitudini passerà anche un po’ di questa tristezza.
So tutto, ma non mi basta, per oggi. Per oggi è solo malinconia. Dei miei bambini così insopportabilmente meravigliosi e di questo tempo trascorso con loro destinato a non ripassare da qui.

Il jolly è: sapere che c’è, da qualche parte, un modo per far quadrare la situazione. Basta scovarlo

NB: come anticipato è un post lagnoso; sappiate che sarebbe stato molto peggio, senza suggerimenti conforto e comprensione che mi avete dato qui (grazie, eh)

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16 Responses to Sognando il telelavoro (post altamente lamentevole)

  1. Annamaria Renna ha detto:

    Espressiva e sensibile come sempre, mi hai fatto tenerezza. Mi hai dato un altro punto di vista, a me che mi trovo nella situazione opposta, a casa per forza, mentre avrei voluto riprendere a cercare lavoro. Invece resterò a godere della mia bambina. Io le sto pensando tutte per poter lavorare da casa, ma ancora niente!

    • Fioly ha detto:

      capisco benissimo che ache quella è una situazione difficile. avee qualcosa da fare “per se stessi” ch non coinvolga atri membri della famiglia è comunque importante, anche per me. ti auguro di trovare prestissimo quello che cerchi e CI auguro di arrivare al perfeto equilibrio. a presto ein bocca a lupo

  2. verdeacqua ha detto:

    Tieni duro, ma come ti capisco… Il telelavoro sarebbe la soluzione a tante cose, oltre che alla salute di mamme e papà, anche al traffico, ai pupi e all’ambiente…

  3. mammachemozione ha detto:

    Come ti capisco!
    Io torno domani dopo 3 settimane di vacanze, appena metti il naso in ufficio chiama e ti offro un caffè 🙂
    Baci

  4. Liz ha detto:

    ce la farai, ne sono sicura 🙂

  5. Alice ha detto:

    Ti capisco bene, perché è il desiderio più grande che ho in questo momento. Sono convinta che se saremo sempre di più a chiedere flessibilità, un giorno o l’altro ci riusciremo. Bisognerebbe crederci, però. Siamo abituati ad adattarci e accettare troppo, non credi Fioly?

    • Fioly ha detto:

      perfettamente d’accordo con te: la chiave è crederci. facciamo allenamento, rinforziamo le nostre certezze la mattina davanti allo specchio, quando ci laviamo i denti. prima o poi ci fideremo delle nostre idee ed esigenze. giusto?

  6. mammacomeposso ha detto:

    se lo trovi, quel modo per far quadrare tutto, condividilo.
    intanto io condivido le tue per così dire lamentele, che poi sono i sentimenti di mamma, quelli che tutte abbiamo provato al momento del rientro, che sia dalla maternità o dalle vacanze o anche dal finesettimana.
    in bocca al lupo e un abbraccio

    • Fioly ha detto:

      certo, se scopro il sistema (che non sia quello per il superenalotto) lo condividerò eccome! se non altro mi sento compresa, e non è poco.
      in bocca al lupo per tutto anche a te!

  7. Raffaella ha detto:

    Ti capisco profondamente. Di vento e separazioni ne è testimone. Perchè non provi tu a proporre alla tua azienda il telelavoro? Perchè non fai un report su costi/benefici del sistema con tanto d leggi e piccolo studio di fattibilità? L’ente per cui lavora mio marito lo applica. Lui è stato a casa con il piccolo per un anno e ora a metà mese torna a lavoro. Fammi sapere se hai bisogno di riferimenti legislativi o altro.
    Raffaella

    • Fioly ha detto:

      grazie Raffaella. Ora cerco di capire che aria tira, tra crisi e problematiche varie. e poi elaborerò un piano (voglio crederci!). grazie davvero, tengo presente l’offerta di dati e info. un abbraccio

  8. bimbiuniverse ha detto:

    come ti capisco e come vorrei avere anch’io un lavoro che contempli il telelavoro e invece no….tanta fatica e per me poche sddisfazioni! ciao e in bocca al lupo per il rientro

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